Mentre la battaglia sui costi tra produttori ETF tradizionali prosegue limando il singolo centesimo di spesa per assicurarsi il primato, Amundi lancia un nuovo ETF a leva sull’azionario globale per andare incontro agli investitori desiderosi di cavalcare più in fretta il generoso bull market azionario degli ultimi anni.
BNP Paribas poche settimane fa ha messo sul mercato l’ETF indicizzato a Msci World con i costi più bassi sul marcato (0,05%), scalzando UBS Core Msci World che vantava questo primato in un campo nel quale si sta consumando una battaglia feroce tra emittenti per assicurarsi i favori degli investitori.
Ma il lato “long” si arricchisce anche dell’ingresso di Amundi nell’arena degli ETF a leva proprio con un ETF Msci World x2 Leveraged con spese correnti di 0,60% all’anno.
A dire il vero non si tratta di un semplice ingresso ma dell’arricchimento di una gamma che già vede presenti ETF a leva 2 che replicano indici americani come Msci Usa e Nasdaq 100. Questi due ETF hanno masse amministrate che sfiorano il miliardo di euro testimoniando l’interesse degli operatori.
ETF a leva 2: attenzione a volatilità ed effetto compounding
Osservando i dati delle performance a 5 anni ci accorgiamo però che la leva non è una strategia perfetta. Pensare di ottenere la performance di un indice moltiplicata per due non è esattamente il lavoro che fanno questi strumenti che a causa dell’alta volatilità e dell’effetto compounding tendono a rendere la leva poco prevedibile nel lungo periodo; ETF che invece sono interessanti per scopi di trading.
Ad esempio, se prendiamo l’ETF Amundi Nasdaq 100 Daily 2x Leveraged e lo mettiamo a confronto con il tradizionale ETF Nasdaq 100 scopriamo che a 5 anni la performance dell’ETF privo di leva è stata del +114%, quella dell’ETF a leva del 196%. La differenza non è imputabile ai costi seppur superiori ma alla volatilità che nell’ETF a leva sfiora il 50% annua.
Non necessariamente il risultato può però essere negativo per l’investitore inteso come minor guadagno. Ad esempio, nel caso dell’ETF a leva su Msci USA messo a confronto con un tradizionale ETF che replica l’indice, scopriamo che a 5 anni ha fatto addirittura meglio (+217% contro 103% della versione tradizionale).
Come per altri ETF che stanno popolando l’arena degli strumenti a replica passiva (vedi ad esempio quelli quotati recentemente da WisdomTree su portafogli bilanciati), questa tendenza a nuove emissioni sul tema conferma come l’industria del risparmio gestito stia cercando di assecondare la fame di performance di investitori che non vogliono perdere tempo nell’attendere che il tempo ritorni loro il rendimento storico di un indice azionario.
Ovviamente la strategia a leva ha dei rischi e solo quando l’orso tornerà a frequentare l’arena dei mercati alcuni investitori si renderanno conto che la volatilità è un fattore non adatto a tutti, soprattutto a chi tempo davanti non ne ha tanto.