Nella lotta che imperversa sul mercato obbligazionario per accaparrarsi risparmio privato, le emissioni di titoli di stato stanno vedendo quasi ovunque un generale rialzo dei rendimenti. Un Bund tedesco a 10 anni offre oltre il 2% di rendimento lordo a scadenza, un Treasury americano è vicino al 4%. I Gilt inglesi vanno oltre il 3%.
In questo panorama, a fianco del cronico tasso zero del Giappone, le obbligazioni cinesi, di recente entrate nei principali indici obbligazionari globali e ormai percentualmente la maggioranza negli indici emergenti, stanno facendo segnare un progressivo ribasso dei rendimenti offerti a causa della politica monetaria estremamente espansiva di una banca centrale che cerca di rivitalizzare l’economia.
La conseguenza di questo fattore è stata la rapida svalutazione dello yuan cinese nei confronti del dollaro americano mentre la divisa di Pechino sta tenendo contro euro grazie alla debolezza estrema della valuta dell’Eurozona.
Confrontiamo gli ETF che investono in titoli sovrani
Il confronto tra ETF che investono in titoli governativi americani, europei, inglesi e cinesi sembra essere impietoso sul fronte del rendimento a scadenza. Prendendo gli ETF quotati sul mercato italiano di iShares (iShares $ Treasury Bond, iShares Core € Govt Bond, iShares Core UK Gilt e iShares China Cny Bond) possiamo fare una riflessione su rischi ed opportunità.
Lato rischio valutario, a parte l’ETF che investe in bond dell’Eurozona, il rischio cambio è aperto ovunque con la sterlina inglese che sembra essere la più fragile del lotto seguita dalla divise cinese.
Per quello che riguarda il rischio duration di portafoglio, quindi la sensibilità del paniere di titoli ad un rialzo o ad un ribasso dei tassi, ancora una volta l’ETF che investe in titoli di stato inglesi appare il più rischioso con una duration di 9 contro i 7 dell’ETF che investe in titoli europei e di 6 per gli ETF che investono in titoli di stato americani e cinesi.
Infine il rendimento a scadenza, la voce che attira sempre di più l’attenzione di un investitore. In questo caso l’ETF che investe in bond inglesi offre un rendimento potenziale a scadenza del 3,2%, inferiore a a quello dei Treasuries americani (4%), distaccando e di non poco bond cinesi ed europei che al momento offrono il 2,4% a scadenza. Giova sempre ricordare che su questi ETF la tassazione dei guadagni è agevolata al 12,5% trattandosi di titoli di stato.
Le perfomance degli ultimi 3 anni convertite in euro scavano una vera e propria voragine tra quello che ha ritornato l’investimento in bond cinesi e inglesi. Investendo nei primi il ritorno percentuale complessivo sfiora il 20%. Investendo nelle obbligazione del Regno Unito all’opposto il -20%. Neutrale il risultato di un investimento in titoli di stato americani vicini allo zero. Negativo di quasi il 15% quello in obbligazioni europee.
Anche nel mondo obbligazionario esistono quindi opportunità di arbitraggi come ha dimostrato l’ultimo triennio. Attualmente sembra però sempre meno appetibile la carta cinese con rendimenti simili a quelli europei ma con un rischio valutario decisamente elevato.
L’obbligazionario inglese è stata una ghiotta opportunità nel momento della delirante politica economica di Liz Truss, ma ora sembra essere tornato in carreggiata offrendo comunque un punto in più dei bond della Zona Euro con un rischio cambio da non sottovalutare. I titoli di stato americani sono sinonimo di sicurezza ma con l'andamento recente del cambio il rischio di veder svanire la cedola in poco tempo è rilevante.
Rendimenti netti positivi nell’intorno del 2% sono intanto quelli che si affacciano per un investitore europeo che non vuole rischiare nulla sul fronte valutario. E che può puntare ad un ritorno pari al tasso di inflazione previsto nei prossimi 10 anni da mercato e BCE.