Mentre Wall Street festeggia nuovi massimi storici e l’azionario mondiale si prepara a mettere in archivio un’annata da performance positiva in doppia cifra, ci sono ancora quattro ETF che navigano ben distanti da quei massimi. Per la precisione oltre il 50% dal top di prezzo più alto realizzato nella loro storia. Quali sono questi quattro mercati che ancora oggi, nonostante l’euforia che accompagna le borse, hanno valori più che dimezzati? Cina, Brasile, bond inglesi e azioni legate al mondo del clean energy.
Per tutte e quattro fa decisamente impressione vedere questi numeri. La Cina è l’economia più grande del mondo dopo gli Stati Uniti. Eppure la Borsa è in caduta libera. Il Brasile è ricco di materie prime e ha saputo gestire molto bene l’iperinflazione del 2022. Ma il mercato locale fatica a uscire dalle secche. Le obbligazioni inglesi a lunga scadenza hanno subito un pesante calo causato dal rialzo dei tassi inglesi a livelli “americani”. L’industria delle energie pulite, infine, è forse l’esempio più incredibile di quanto narrativa e quotazioni di borsa non vanno d’accordo.
L’ETF HSBC China ha toccato il suo punto di massimo a inizio 2021; da quel momento il crollo è stato verticale. Classico ETF cinese composto da large cap e con valutazioni prezzo utili molto interessanti (12 il suo valore) ha indubbiamente subito la debacle di alcune società come Tencent e Alibaba, che insieme rappresentano quasi un quarto dell’ETF.
L’ETF iShares MSCI Brazil (vedi grafico che segue) con grande fatica sta cercando di uscire da quei minimi che dal 2016 hanno accompagnato la borsa sudamericana. I massimi del 2008 che seguirono un poderoso rally delle commodities sono lontanissimi, ma se quella attuale è una fase di accumulazione, considerando i multipli della Borsa carioca (P/E di 8), indubbiamente tra i listini geografici più importanti nel mondo emergente, questo ETF è interessante e vale la pena seguirlo con attenzione.
Il terzo ETF sotto all’asticella del 50% dai massimi è un ETF obbligazionario che investe in obbligazioni inglesi ultra lunghe. Il SPDR ETF 15+Gilt, come dice la descrizione, investe in bond britannici con scadenze superiori ai 15 anni. Il passaggio molto rapido in UK da una politica monetaria con tassi ufficiali a 0,5% al 5,5% attuale ha provocato un vero e proprio uragano nel mondo dei bond che ancora oggi, con questo ETF, stanno sotto del 50% rispetto ai massimi assoluti del 2020.
Quarto e ultimo ETF di questa serie molto particolare di ETF che raccontano come il bear market non se ne è mai andato, è uno di quelli che negli anni passati ha riempito i portafogli di molti investitori italiani e non solo.
iShares Global Clean Energy (vedi grafico sotto) per molti investitori ha rappresentato il mezzo ideale per investire nelle energie pulite. In tempi di transizione ecologica non poteva che andare bene, qualcuno deve aver pensato. Invece niente di tutto questo si è verificato con l’ETF che oggi sta sotto i massimi del 2007 e soprattutto dal lancio perde quasi il 50%. Il rapporto prezzo utili di 13, considerando i livelli decisamente da bolla raggiunti in passato, potrebbero essere un primo indizio di minimo definitivamente realizzato.
Quattro ETF che ancora oggi navigano oltre il 50% sotto ai rispettivi massimi storici. Quattro ETF sui quali ragionare in ottica 2024 per chi crede nella capacità di questi tipi di investimento di recuperare almeno un pezzo di quella strada persa da tempo.