Siamo ormai arrivati alla metà del 2023 e vale la pena tirare un primo bilancio per capire chi sono stati i vincenti e i perdenti di un anno che segue un drammatico 2022. Protagonista indubbiamente il mercato azionario, soprattutto il settore tech. Cominciamo dai risultati di azionario e obbligazionario globale. I dati che presento di seguito sono riferiti alla data del 16 giugno 2023.
Le performance di indici, obbligazioni e materie prime
Per quello che riguarda il mercato azionario mondiale, utilizzando MSCI World come indice di riferimento, il guadagno per un investitore che aveva in portafoglio un ETF a inizio anno è stato del 11%. Anche investendo nell’All Country World, ovvero il listino globale che comprende i Paesi emergenti, il guadagno resta in doppia cifra ma con un punto percentuale in meno.
Inchiodato allo zero invece il rendimento di un ETF obbligazionario globale governativo a cambio aperto che diventa un +2% nella versione eur hedged. Allargando il campo a un asset “alternativo” come le commodities, l’esito, se utilizziamo un indice come il Bloomberg Commodity Index come parametro di riferimento, è stato opposto al mercato azionario nei primi sei mesi del 2023 con un rotondo -10%. Decisamente meglio l’oro che raccoglie un +6% di performance.
Tornando all'azionario la geografia vede il Giappone segnare il +14% di guadagno, come diverse Borse europee come quelle francese e tedesca, seguite con +12% dagli Stati Uniti. Meglio di tutti ha fatto la Grecia con un rally del 36% intermezzato dal Messico (+26%) e l’Italia (+20%). Deludente la Cina ancora in territorio negativo.
Le performance settoriali
A livello settoriale hanno dominato i settori growth. Blockchain e semiconduttori hanno realizzato performance eccellenti con il settore tecnologico USA in guadagno di oltre il 30%. Basta prendere il NASDAQ 100 per sintetizzare il tutto e il risultato è un bel +33% trainato dai fattori citati sopra ai quali si somma l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale. Il settore finanziario americano è il peggiore con le tossine dei fallimenti da Silicon Valley Bank in giù ancora non del tutto smaltite.
Il deludente mondo obbligazionario trova dopo tanto tempo gli investimenti in obbligazioni governative in valute emergenti al top con un guadagno da inizio anno che sfiora il 10%. Merito di divise come real brasiliano e peso messicano che hanno portato ricche plusvalenze nelle tasche degli investitori. Bene anche il mondo high yield corporate che sull’onda del rally azionario si avvia a chiudere il semestre con un +6%.
Tra i peggiori nel mondo bond gli ETF che investono nelle obbligazioni subordinate con un -8% da inizio anno, con l’effetto Credit Suisse che ancora zavorra le performance. Male anche gli ETF su obbligazioni convertibili e che investono in titoli di Stato inglesi e giapponesi.
Chiudiamo con il mercato immobiliare dei REITS, in teoria agnello sacrificale sull’altare dei tassi di interesse, in realtà invariato dall’inizio dell’anno se analizzato su scala globale. Peggio di tutti l’Europa che mette in archivio un semestre negativo con -5%.
Una prima parte di 2023 che sorride quindi all’azionario, meno al mercato obbligazionario incapace di recuperare il terreno perdute drammaticamente nell’anno precedente. Prese di profitto sulle commodities tranne che per l’oro. Appuntamento a fine anno per vedere se questo bilancio avrà cambiato direzione oppure se verrà riconfermato in toto.