In questo periodo, il mercato delle criptovalute è particolarmente movimentato a Wall Street. Alcuni tra i principali attori si stanno attivando per concludere fusioni e acquisizioni. Una parte di questi deal sono andati a buon fine, mentre in altri casi non è stato trovato un accordo. La partita si è accesa in particolare dopo che l'
halving ha ridotto le ricompense nei confronti dei miner, che ora cercano di consolidarsi per ottenere economie di scala, ridurre i costi dell'energia e diversificare il business a livello territoriale.
La fame di integrazione è alta anche perché le valute digitali stanno ricevendo sempre più un
riconoscimento a livello istituzionale, come dimostrano il via libera quest'anno agli ETF sul Bitcoin da parte della
Securities and Exchange Commission e l'approvazione il mese scorso da parte della Camera Bassa degli Stati Uniti del
FIT21, il disegno di legge che fornisce una prima regolamentazione alle criptovalute.
M&A Criptovalute: ecco gli affari in corso a Wall Street
Una delle trattative andate a buon fine è quella di Robinhood Markets con l'exchange Bitstamp, secondo cui la società americana con sede a Menlo Park acquisterà il rivale più piccolo per circa 200 milioni di dollari. Con questa operazione, Robinhood si metterà in diretta concorrenza con altri giganti del settore come Binance e Coinbase. "L'acquisizione di Bitstamp accelererà la nostra espansione globale", ha dichiarato Johann Kerbrat, vicepresidente e Direttore generale di Robinhood Crypto.
L'accordo dovrebbe concludersi entro la prima parte del 2025 e arriva in un momento delicato della piattaforma di trading dal punto di vista normativo. Infatti, l'attività sulle criptovalute di Robinhood è sotto osservazione della SEC, che ha emesso il cosiddetto "avviso Wells", ossia l'avvertimento che l'autorità di regolamentazione prevede di avviare un'azione esecutiva. L'istituto guidato da
Gary Gensler sostiene che i token crittografici dovrebbero essere considerati titoli e pertanto ricadere sotto le regole di registrazione della SEC.
Un'altra situazione in fermento sul piano delle acquisizioni è quella che coinvolge
Riot Platforms e Bitfarms. Il miner di Bitcoin statunitense ha acquistato un altro 12% del rivale canadese questa settimana, aggiungendola all'11,63% che già aveva in portafoglio (
Riot Platforms sale al 24% di Bitfarms, takeover in vista). Secondo quanto riferito dal comunicato della società, Riot ha comprato
1,5 milioni di azioni al prezzo di 2,45 dollari ciascuna.
L'operazione è arrivata in un contesto turbolento, perché alla fine del mese scorso Riot aveva lanciato un'offerta per acquisire tutte le azioni in circolazione di Bitfarms per circa 950 milioni di dollari, dopo che il Cda dell'azienda target aveva respinto una proposta amichevole. Inoltre, l'acquisizione di questa settimana è sopraggiunta a pochi giorni di distanza dall'attacco sferrato dal venditore allo scoperto Kerrisdale, che ha esortato gli investitori a non comprare le azioni Riot in quanto il business della società è destinato al fallimento.
Non è andata a buon fine l'offerta interamente in contanti che il fornitore di cloud CoreWeave ha inoltrato all'estrattore di Bitcoin Core Scientific. Il Cda del miner ha ritenuto che la proposta della società sostenuta da Nvidia fosse inadeguata per il valore dell'azienda e quindi che non fosse di interesse di Core Scientific e dei suoi azionisti. L'offerta non vincolante si basava sull'acquisizione di tutte le azioni in circolazione di Core Scientific a un prezzo di 5,75 dollari per azione, il che avrebbe comportato una spesa di 1,02 miliardi di dollari.