Nell'ambito del tentativo sbandierato alcuni giorni fa di impadronirsi totalmente dell'azienda canadese, il minatore statunitense di Bitcoin Riot Platforms ha acquistato una partecipazione del 12% del rivale Bitfarms. La quota si aggiunge a un pacchetto dell'11,63% che faceva di Riot il principale azionista di Bitfarms. Nel dettaglio, la società di mining con sede a Castle Rock ha comprato 1,5 milioni di azioni al prezzo di 2,45 dollari ciascuna, mentre nel contempo ha riferito che convocherà un'assemblea speciale per inserire amministratori indipendenti nel board di Bitfarms.
L'operazione di Riot arriva una settimana dopo che la società ha lanciato un'offerta per
acquisire tutte le azioni in circolazione di Bitfarms per circa 950 milioni di dollari, in risposta alla proposta privata respinta da parte del Cda. L'Amministratore delegato di Riot, Jason Les, si era espresso duramente, dichiarandosi deluso della bocciatura dell'offerta privata senza che gli amministratori di Bitfarms avessero avviato un dialogo. Le
azioni Bitfarms hanno chiuso l'ultima seduta al Nasdaq con un guadagno del 4,15%, mentre il titolo Riot è sceso di 0,21 punti percentuali.
Bitcoin: verso l'integrazione dei miner
L'acquisizione di Riot Platforms si inquadra in un contesto in cui
le società di mining stanno cercando l'integrazione per far fronte ai problemi derivanti dall'
halving su Bitcoin. Con l'evento di aprile, l'estrazione della principale criptovaluta si è dimezzata, il che comporta la necessità di prezzi molto elevati affinché le ricompense dal mining risultino vantaggiose. Le aziende quindi cercano un modo per realizzare economie di scala e sinergie a livello di costi - soprattutto energetici - e per diversificarsi anche a livello territoriale.
Ad esempio, recentemente il miner di Bitcoin Core Scientific ha firmato un accordo con la società di cloud computing CoreWeave per sfruttare l'intelligenza artificiale. Mentre lo scorso novembre Hut 8 e US Bitcoin Corp. si sono fuse in quella che l'ex CEO di Hut 8 ha definito "la più grande transazione di fusione e acquisizione mai avvenuta nel settore". Altri come Marathon Digital e CleanSpark si stanno muovendo attivamente in questa direzione e nel frattempo hanno acquisito varie strutture rispettivamente in Nebraska e Texas, e Mississippi.
Riot Platforms: gli attacchi di Kerrisdale
Riot da tempo è attiva per trovare contromisure adeguate al calo delle ricompense, ad esempio continuando ad acquistare macchine per il mining nel tentativo di aumentare il suo hash rate. Nell'ultimo trimestre la società ha realizzato una crescita dell'8,3% dei ricavi a 79,30 milioni di dollari e un utile netto di 211,78 milioni di dollari per via della variazione positiva del fair value di Bitcoin di 234,08 milioni di dollari.
Tuttavia, questa settimana Riot è stata vittima di un attacco da parte della società di investimento Kerrisdale Capital, che ha assunto una posizione short sulle azioni del miner. Secondo il venditore allo scoperto, il business sul mining di Bitcoin è quanto di peggio possa esserci per una società quotata poiché le entrate sono imprevedibili, la concorrenza è elevata e il controllo normativo è intenso. Tutto ciò è definito da Kerrisdale come un modo per "incenerire il capitale degli investitori".
Gli investitori invece otterrebbero maggiore vantaggio dagli ETF su Bitcoin a basso costo, sottolinea la società di investimento. "Riot è un modo fondamentalmente inadeguato per gli investitori di prendere posizione su Bitcoin e nel lungo termine le azioni hanno molte più possibilità di essere diluite in polvere piuttosto che superare i guadagni del nuovo oro digitale", ha scritto nel suo rapporto.