Si chiude un mese a corrente alternata per le criptovalute. Bene le cosiddette majors come Ethereum e Bitcoin, meno bene le crypto minori. Il saldo moderatamente positivo per BTC e ETH è arrivato in un rinnovato contesto di tensioni che arrivano dagli Stati Uniti confermando la qualità degli asset digitali quali riserve di valore, ma anche in presenza di tassi previsti in discesa. Come l’oro. E non a caso la correlazione tra oro e Bitcoin è risalita sopra 0,5.
Una sintonia con il metallo giallo ritrovata soprattutto dopo le difficoltà di un’altra delle banche californiane, First Republic Bank. Problemi bancari, sommati alla solita discussione che ogni anno accompagna l’America circa la revisione del tetto sul debito e la debolezza del dollaro, hanno quindi favorito Bitcoin e Ethereum. Ma quali sono le prospettive tecniche arrivati a questo punto?
Bitcoin alle prese con quota 30 mila dollari
Per quello che riguarda Bitcoin non sembrano esserci grandi dubbi circa la solidità della resistenza di area 30 mila. Ripetutamente testato nell’ultimo mese, questo livello rappresenta anche il punto iniziale di quel gap ribassista che travolse Bitcoin a giugno 2022 prima della discesa a quota 15 mila. Ma area 30 mila è anche il pivot del doppio massimo venutosi a concretizzare nel corso del 2021.
Una resistenza chiave per BTC che potrebbe ambire ad arrampicarsi fino a 36 mila, il 38,2% di ritracciamento di tutto il bear market. Attenzione però ai supporti di 27 mila. La forma che sta assumendo BTC comincia minacciosamente a somigliare ad un testa e spalla ribassista che proprio sotto 27 mila troverebbe la sua formalizzazione con il conseguente avvio di una fase bearish.
Passando a Ethereum possiamo dire che la reazione della seconda criptovaluta per capitalizzazione all’aggiornamento “Shapella” è stata adeguata e senza scossoni. Come si può apprezzare dal grafico la battaglia poco sopra i 2 mila dollari per 1 ETH è in corso.
Sarà soprattutto 2.250 $ il punto più critico per Ethereum visto che qui le due gambe rialziste partite a novembre 2022 prima e a marzo 2023 poi, si eguaglierebbero in ampiezza. Ethereum è rimasto più indietro nel recupero rispetto a Bitcoin, ma anche in questo caso possiamo individuare in 2.400 $ il punto di resistenza più critico visto che qui sarebbe ritracciato un terzo del bear market.
Situazione quindi che si mantiene positiva per le due crypto più famose che potrebbero ambire a raggiungere degli obiettivi tecnici più elevati di quelli visti finora, prima di una correzione.
Sarà molto interessante vedere la reazione di Bitcoin al momento in cui la FED deporrà l’arma del rialzo dei tassi per capire se l’oro digitale ha acquisito la vera maturità di riserva di valore.