WeWork ha annunciato che non effettuerà due serie di pagamenti di interessi per un totale di circa 95 milioni di dollari. La misura, che arriva in concomitanza con le trattative per ridurre i prezzi delle locazioni, è motivata dalla volontà di migliorare la struttura patrimoniale della società.
Ieri la società avrebbe dovuto corrispondere interessi in contanti per circa 37,3 milioni di dollari mentre altri 57,9 milioni sono riconducibili ad obbligazioni Payment-in-Kind (un bond in cui la cedola maturata è pagata, in tutto o in parte, tramite obbligazioni aggiuntive o aggiunta al capitale).
WeWork: cosa significa il mancato pagamento degli interessi
Non molto tempo fa Wework rappresentava la quintessenza della start-up, la società che forse più di tutte ha segnato un'epoca. La sua storia è stata raccontata, soprattutto per quanto riguarda le fasi iniziali, nella miniserie “WeCrashed”.
Sostenuta da SoftBank, WeWork è in forte difficoltà a causa proprio del suo modello di business: sottoscrivere contratti di locazione a lungo termine e affittarli a breve termine la espone al peggioramento del quadro macroeconomico o ad eventi imprevedibili come la pandemia. Dopo i 40 miliardi di valutazione di qualche anno fa, la società ora vale 157 milioni mentre le azioni con simbolo WE sono passate dai 400 dollari del debutto, ai quasi 600 dollari dell’ottobre 2021, agli attuali 2,95 dollari.
Ad agosto la società ha fatto sapere di nutrire dubbi sulla continuità aziendale in mancanza di misure come la riduzione dei canoni di locazione e minori oneri del debito. Un mese dopo ha realizzato un raggruppamento di azioni 1:40 per mantenere la sua quotazione alla Borsa di New York (WeWork Inc. Announces Completion of 1-for-40 Reverse Stock Split) ed ora è la volta del mancato pagamento degli interessi: la società ha fatto sapere di avere la liquidità necessaria e di disporre di 30 giorni per effettuare i pagamenti.
"Credo che capiranno assolutamente la nostra decisione di entrare nel periodo di grazia", ha dichiarato in un'intervista l'Amministratore delegato ad interim di WeWork, David Tolley (il c.d. periodo di grazia è il periodo successivo al verificarsi di un default tecnico, entro il quale l'emittente deve pagare l'importo della cedola, esercitare un’opzione call o rimborsare il titolo).
Nonostante, ha fatto sapere il manager, la società disponga di liquidità sufficiente per effettuare i pagamenti (a fine giugno la società disponeva di 205 milioni di dollari in contanti e dell’accesso a una linea di credito da quasi mezzo miliardo di dollari), e questi potrebbero essere effettuati durante il periodo di grazia, questo tempo sarà utilizzato per negoziare con i creditori e conservare la liquidità.
In genere, quando una società non corrisponde interessi mira a fare pressione sugli istituti di credito per rinegoziare il debito a condizioni più favorevoli. Dal lato delle locazioni, la società sta rinegoziando quasi tutti i suoi contratti e sta chiudendo alcune sedi non redditizie.
Tolley ha detto che l'azienda non ha ancora discusso dell’ipotesi di presentare istanza di fallimento, che renderebbe più facile eliminare i contratti di locazione non redditizi.
WeWork: le prospettive
Tolley rileva che “negli ultimi anni è diventato sempre più chiaro alla comunità immobiliare - e a tutte le aziende che si rivolgono a noi - che l'ufficio flessibile è una parte fondamentale del futuro".
Secondo uno studio condotto da ricercatori delle Università della Columbia e di New York, il valore degli uffici nella Grande Mela nei prossimi anni potrebbe diminuire di 48,75 miliardi di dollari a causa del maggiore ricorso al lavoro a distanza. Questo fenomeno potrebbe avvantaggiare società come WeWork sia in termini di minori canoni d’affitto e sia per quanto riguarda una maggiore domanda da parte degli utilizzatori degli spazi (nel secondo trimestre 2023 il fatturato di WeWork è cresciuto del 4% annuo a 844 milioni di dollari).
"L'ufficio flessibile potrebbe non sopravvivere nell'attuale contesto economico, ma l'esigenza di flessibilità è in aumento e anche se il modello attuale fallisce", hanno recentemente rilevato gli analisti di Moody’s.