Dopo i tonfi di ieri (-3,98% per il Dow Jones, -4,84% dello S&P 500 e -5,97% per il Nasdaq) anche la seduta odierna non promette niente di buono. A due ore dall’avvio delle contrattazioni a Wall Street i future sui tre indici registrano un -2,6%, un -2,5% ed un -2,7%.
Il nuovo ordine mondiale delineato da Trump ieri ha prodotto la peggior seduta degli ultimi cinque anni, dall’inizio del periodo di blocco economico causato dal Covid. L’indice CBOE VIX, una misura derivata dalle opzioni della volatilità prevista dell'S&P 500 (anche noto come indicatore della paura di Wall Street), è salito del 22% a quasi 37 punti, il suo livello più alto da agosto.
"Peggiore dello scenario peggiore", è il commento unanime degli analisti. "Trump sta dando il via a una nuova era di protezionismo che avrà ripercussioni in tutto il mondo e segna la fine di un periodo in cui le barriere al commercio transfrontaliero stavano cadendo e stavano rafforzando l'integrazione commerciale globale", ha detto Eswar Prasad, professore di economia alla Cornell University e ricercatore senior presso la Brookings Institution.
Rubando temporaneamente la scena a Trump & Co., ora i Paesi colpiti dai dazi annunceranno alla spicciolata le misure di ritorsione nei confronti del “made in USA”. La prima a farlo, non poteva essere diversamente, è stata la Cina, che ha annunciato tariffe del 34% su tutti i prodotti statunitensi, in linea con quelle varate dal tycoon dal giardino delle rose (che poi al 34% in direzione di Pechino andrebbe sommato anche un 45% già varato ma anche alla Casa Bianca, come appurato dai giornalisti di Barron’s, non hanno le idee troppo chiare).
"Il rischio di recessione nell'economia globale quest'anno è aumentato al 60%, dal 40% precedente", ha scritto il team economico di JP Morgan in una nota intitolata "There Will Be Blood". "La politica commerciale degli Stati Uniti è diventata decisamente meno favorevole alle imprese di quanto avessimo previsto". "Una tariffa è un aumento delle tasse sugli acquisti di beni importati da parte di famiglie e aziende statunitensi" e "un aumento di queste dimensioni sarebbe paragonabile al più grande aumento delle tasse dalla seconda guerra mondiale".
Oggi in agenda macroeconomica ci sono gli aggiornamenti sull’andamento del mercato del lavoro a marzo: il tasso di disoccupazione è stimato stabile al 4,1% mentre il saldo delle buste paga nei settori non agricoli, le non-farm payrolls, è visto positivo per 137 mila unità.
Wall Street Oggi: banche e tech sotto i riflettori
Vediamo quali sono le azioni da tenere d’occhio nella seduta del 4 aprile 2025.
- Dopo il -9,21% di ieri, il titolo Goldman Sachs nel pre-mercato perde il 5,86%. Andamento simile per Morgan Stanley (-9,51% e -6,27%), JP Morgan (-6,97% e -4,9%) e Citigroup (-12,14% e -5,15%).
- Forti cali anche per le azioni tecnologiche, con l'indice Magnificent Seven della CNBC che ieri ha segnato un rosso di oltre il 6%. Nel complesso, le Magnifiche sette hanno perso oltre 1 trilione di $ di valore di mercato.
- Focus in particolare su Apple (-9,25% ieri, -4,75% prima dell’avvio) alla luce della sua dipendenza dalla Cina (Apple sotto pressione: i nuovi dazi rischiano di erodere i margini).
- Nvidia ieri ha chiuso con un -7,81% ed oggi segna un -4,9% nonostante funzionari della Casa Bianca abbiano dichiarato che i dazi su Taiwan del 32% non peseranno sui chip.
- Ieri la performance peggiore dello S&P 500 è stata registrata da Dell Technologies (-18,99%).
- Kraft Heinz segna un -0,6% prima dell’avvio: gli analisti di Citi hanno declassato il titolo da “Neutral” a “Sell” con il prezzo obiettivo che passa da 28 a 27 dollari.