Prima parte di seduta difficile per il listino di Piazza Affari: a circa due ore e mezza dall'avvio degli scambi, il FTSE Mib arretra dello 0,87% a 42.867,15 punti. Sul paniere principale della Borsa di Milano spiccano, per motivi opposti, le performance di due titoli che nelle ultime ore hanno alzato il velo sui conti: le azioni Prysmian segnano un tonfo del 4,69% portandosi a 87,4 euro mentre il titolo Campari guarda tutti dall'alto con un +10,51% a 6,012 euro.
Trimestrale Campari: la resilienza degli spirit italiani
La trimestrale di Campari al 30 settembre ha evidenziato un’utile prima delle imposte rettificato in calo del 2,6% a 440 milioni, su ricavi netti per 2,28 miliardi, in lieve crescita (+0,2%, +1,5% su base organica) rispetto a 12 mesi prima. L’Ebit rettificato si è attestato a 517 milioni (+3,6%), con un margine del 22,7%.
"In un contesto che continua a essere sfidante, abbiamo registrato una crescita organica resiliente pari al +4,4% nel terzo trimestre e la nostra performance si conferma in linea", ha detto il CEO Simon Hunt. Lo stesso manager riconosce che in Italia il contesto operativo è "difficile".
Campari ha beneficiato della resilienza delle Americhe (+1%), con Espolòn, Courvoisier e Wray&Nephew a trainare le vendite. In Emea (+2%) si è invece sentita la frenata dell’on‑premise, soprattutto per Aperol, in parte compensata dal buon andamento di Campari e Sarti Rosa. L’Asia Pacifico resta vivace (+5%), con performance brillanti in Australia e rimbalzo della Giamaica.
Nonostante la volatilità, il gruppo ha confermato la guidance 2025, stimando una crescita organica “moderata” e un utile operativo stabile, con un impatto dei dazi USA inferiore al previsto (circa 15 milioni). Hunt rassicura: "rimaniamo pienamente fiduciosi nella nostra capacità di sostenere una crescita duratura nel lungo termine e di proseguire nel percorso di riduzione della leva finanziaria".
Analisti ottimisti sulle azioni Campari in Borsa
Nonostante permangano incertezze macro e valutarie, il mercato sta premiando la solidità dei margini, il tono fiducioso del management e le indicazioni positive che arrivano dagli analisti.
JP Morgan ha alzato il rating da “underweight” a “neutral”, portando il target price da 5 a 6 euro e sottolineando che "Campari si sta affermando come gruppo più solido nel peer set europeo degli spirits". Equita Sim ha confermato il giudizio “buy”, migliorando il target price dell’8% a 8 euro, apprezzando "la capacità del gruppo di sovraperformare i competitor e di procedere nel deleverage".
Prysmian: utili record ma il titolo inciampa
La trimestrale di Prysmian è risultata la migliore della storia del gruppo, ma la reazione del mercato è, come abbiamo visto, tutt’altro che euforica. L’utile netto è balzato a 596 milioni, dai 173 dello scorso anno, i ricavi crescono del 9,2% a 5 miliardi e l’Ebitda adjusted sale del 19% a 644 milioni. Nei nove mesi i profitti superano il miliardo di euro (+77,7%), con ricavi aggregati a 14,68 miliardi.
Il CEO Massimo Battaini sottolinea la dimensione straordinaria dei numeri: "abbiamo lavorato duro negli ultimi due anni per ottenere questo livello di Ebitda e margini. La performance di questo trimestre, il migliore di sempre, testimonia la solidità della nostra strategia". La società ha alzato per la seconda volta in un anno la guidance 2025, stimando ora un Ebitda adjusted tra 2,375 e 2,425 miliardi e un free cash flow fino a 1,125 miliardi.
Nonostante questi dati, il titolo segna un forte calo a Piazza Affari, penalizzato dalle prese di beneficio dopo i recenti massimi storici registrati ieri a 93 euro (il titolo negli ultimi sei mesi è salito dell'82%) e da un’interpretazione prudente dei flussi di cassa. Le divisioni Transmission e Power Grid trainano margini e backlog, mentre Digital Solutions mostra una marginalità ai massimi (19,6%).
Battaini ha confermato che Prysmian "valuta costantemente nuove opportunità di M&A" e che il dual listing resta "una possibilità sul tavolo", anche se operazioni di grandi dimensioni saranno rinviate a dopo il 2026.