Il banco di prova delle Big Bank americane sarà molto importante, dopo che gli stress test hanno rilevato una certa
solidità patrimoniale degli istituti di credito, il che ha dato il là all'aumento dei dividendi. Le sfide però sono impegnative, perché gli aumenti dei tassi d'interesse attuati dalla
Federal Reserve hanno messo sotto pressione i mutui e i prestiti.
Trimestrali Banche USA: il problema dei prestiti
Sulla base dei dati raccolti da Bloomberg, gli analisti hanno stimato che le sei banche citate nel complesso abbiano polverizzato circa 5 miliardi di dollari derivanti dai prestiti andati in default nel secondo trimestre. Questa cifra è praticamente il doppio rispetto allo stesso periodo di un anno fa, sebbene sia al di sotto dei livelli pandemici. Ciò implica che le banche metteranno da parte circa 7,6 miliardi di dollari in più sotto forma di storni e accantonamenti. In definitiva, per Jp Morgan, Wells Fargo e BofA le attese sono per perdite combinate sui prestiti più che doppi, mentre ci sarà un balzo del 70% per Goldman Sachs e del 60% per Morgan Stanley e Citi.
La maggiore fonte di preoccupazione deriva dalle carte di credito. Ad esempio, gli addebiti di JP Morgan arriverebbero a 1,1 miliardi di dollari da aprile a giugno, quasi il doppio rispetto ai 600 milioni di dollari del secondo trimestre del 2022. Mentre per BofA la cifra ammonterebbe a circa il 25% dei suoi addebiti complessivi.
Il settore immobiliare è un'altra spina nel fianco, dal momento che il lavoro da remoto e la riduzione degli spazi per uffici ha contratto la domanda di immobili, in aggiunta ovviamente al fatto che la salita dei tassi ha aumentato l'onere dei mutui. Well Fargo ha già dichiarato questo mese che metterà 1 miliardo di dollari in più per la copertura di potenziali perdite derivanti dai prestiti immobiliari commerciali.
Sul fronte della
consulenza societaria, gli istituti finanziari hanno dovuto fare i conti con attività di
IPO e M&A più carenti nel secondo trimestre, a causa delle condizioni di mercato meno ideali rispetto allo scorso anno.
Trimestrali Banche USA: gli aspetti positivi
Non ci saranno chiaramente solo notizie negative dai dati del secondo trimestre. Anzi, i benefici dell'aumento dei tassi d'interesse dovrebbero essere superiori rispetto alle perdite potenziali sui prestiti e su altre attività in declino. Sulla base delle aspettative, le sei maggiori banche statunitensi alla fine dovrebbero aumentare gli utili per azione del 6% su base annua.
In una nota, gli analisti bancari di KBW, Christopher McGratty e David Konrad, hanno scritto che "le banche più grandi sono state un porto sicuro per gli investitori durante la crisi di liquidità delle banche regionali", anche se questo "rimane un ambiente impegnativo per le banche universali". Un aspetto che ha avvantaggiato le big bank sulla concorrenza è stato il fatto che, accogliendo un grande flusso di denaro dagli istituti più piccoli durante la fase critica della fuga dei depositi e della crisi di fiducia, hanno avuto la possibilità di mantenere i tassi bassi sui risparmi dei clienti. Questo ha permesso loro di aumentare in maniera significativa il margine di interesse.
Tuttavia, per gli analisti questa situazione ideale non può durare in eterno e prima o poi anche le banche più grandi dovranno iniziare a offrire condizioni migliori alla clientela in termini di tassi. "Nel terzo e quarto trimestre le banche hanno ottenuto una manna per il reddito netto da interessi che è stato molto al di sopra di quanto chiunque si aspettasse. Ora dovranno restituire una parte di tutto ciò. Nessuno sa esattamente quanto, ma non credo che supererà la metà", ha detto Chris Kotowski, analista di ricerca presso Oppenheimer.