Pur mantenendo un'ottima performance dall'inizio dell'anno, l'indice S&P 500 ha perso un po' di slancio nelle ultime sedute. Il benchmark è aumentato di circa il 15% nel 2023, ma soffre per un aspetto che può essere molto pericoloso:
gran parte dei guadagni arriva da poche grandi società.
Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Nvidia, Tesla e Meta Platforms hanno portato avanti il rally, grazie alla spinta proveniente dall'
intelligenza artificiale. Solo Apple e Microsoft costituiscono circa il 14% della capitalizzazione totale dell'S&P 500. Il gigante dell'iPhone ha da poco varcato il traguardo di 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Mentre il colosso del software è fermo a poco più di 2.500 miliardi e, secondo Morgan Stanley (
Market Cap Microsoft: per Morgan Stanley arriverà a $ 3.000 miliardi), potrebbe presto raggiungere Cupertino perché più recettivo degli altri verso l'AI (Artificial Intelligence).
Il punto è: cosa succede se le mega cap rallentano o meglio invertono la loro corsa? Le conseguenze sono intuibili, per questo diversi operatori in ottica di diversificazione segnalano il pericolo di puntare nel principale indice americano. "L'S&P 500 è essenzialmente un fondo growth a grande capitalizzazione, a tutti gli effetti, proprio per il modo in cui funziona la ponderazione della capitalizzazione di mercato", afferma Ben Carlson, direttore della gestione patrimoniale istituzionale di Ritholtz Wealth Management. Dello stesso avviso è Lisa Shalett, Chief investment officer di Morgan Stanley Wealth Management, secondo cui "piuttosto che fornire una vera difesa, l'S&P 500 potrebbe lasciare i portafogli degli investitori meno diversificati di quanto possano pensare".
Investimenti: 3 soluzioni per diversificare
Queste considerazioni inducono a una riflessione: forse è meglio trovare alternative per diversificare i propri investimenti. Al riguardo, sono tre le soluzioni che possono essere adottate.
La prima consiste nell'investire fuori dal territorio americano. Recentemente Vanguard ha suggerito le azioni internazionali come una buona opportunità di asset allocation per ottenere rendimenti più elevati, in quanto "i driver della sovraperformance delle azioni statunitensi nell'ultimo decennio hanno probabilmente gettato i semi per la loro sottoperformance nel prossimo". Al riguardo, è possibile puntare su alcuni ETF passivi come il Vanguard FTSE All-World ex-U.S. Index (VEU) o il Vanguard Total International Stock Index (VXUS). Morningstar invece consiglia un'esposizione verso i fondi azionari europei a piccola e media capitalizzazione.
Una seconda strada da percorrere potrebbe essere quella di
puntare sul value investing. Quest'anno i titoli value non hanno reso come quelli legati alla crescita, ma la ricerca dei fondamentali ora potrebbe essere utile, soprattutto se la
Federal Reserve torna ad alzare i tassi d'interesse accelerando l'arrivo di una recessione. "Le azioni value meritano un posto in portafoglio", segnala Victoria Greene, CIO del gestore patrimoniale G Squared Private Wealth. "Ogni volta che i mercati segnalano una mania, mi piace cercare parti del mercato che siano solo un po' più stabili. Queste sono aziende di qualità superiore e sono più difensive", ha affermato.
Le scelte per diversificare nel ramo value sono disparate. Si potrebbe optare per l'SPDR Portfolio S&P 500 Value (SPYV), che ha commissioni dello 0,04%. O per il Vanguard S&P 500 Value (VOOV), con spese dello 0,1%. O ancora per il Vanguard Russell 1000 Value (VONV), che sconta commissioni dello 0,08%.
La terza soluzione riguarda piccole aziende con grandi prospettive. Non è facile muoversi in questo ambito facendo la scelta giusta. Per questo una diversificazione potrebbe essere il fondo comune Davenport Small Cap Focus (DSCPX) a quattro stelle di Morningstar, che negli ultimi cinque anni ha battuto il 99% dei peer e quest'anno ha fatto meglio del 93% dei competitor. Mentre Peter Lazaroff, CIO della società di consulenza finanziaria Plancorp, suggerisce Avantis U.S. Small-Cap Value (AVUV).