Le banche italiane sono attrezzate per fronteggiare il peggioramento della qualità degli asset. A dirlo sono Ben Meggeson e Marissa Ramos, analisti di S&P Global.
I bilanci delle banche italiane, riporta uno studio, “presentano un basso livello di crediti deteriorati e solidi processi di governance del rischio; inoltre, alcune esposizioni creditizie sono coperte da garanzie statali, che contribuiranno a mitigare il calo della qualità degli attivi”.
Secondo il consenso degli analisti, elaborato da S&P Global Market Intelligence, il rapporto tra sofferenze e attività della più grande banca italiana, UniCredit, dovrebbe peggiorare di 36 punti base, ovvero del 13%, su base annua nel 2023. Nel caso di UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM e BPER Banca il dato medio dovrebbe evidenziare un +3,5%.
Perchè le banche italiane sono sotto i riflettori
In genere, nel corso delle recessioni, le imprese di minori dimensioni sono più inclini all’insolvenza rispetto a quelle più grandi. A causa della particolare conformazione della nostra economia, l’esposizione delle banche italiane alle PMI è particolarmente accentuata.
“Secondo i dati dell'Autorità bancaria europea pubblicati il 4 aprile, i crediti in sofferenza (NPL) delle banche italiane in alcuni settori alla fine del 2022 hanno superato la media UE. Gli NPL nel settore delle costruzioni sono stati pari al 9,3% dei prestiti totali, rispetto a una media continentale del 6,2%. Anche gli NPL nelle attività immobiliari erano superiori alla media, sebbene in entrambi i settori il rapporto fosse diminuito nel quarto trimestre”.
Il processo di riduzione della leva finanziaria e la diminuzione dei crediti deteriorati hanno reso i portafogli delle banche italiane significativamente meno rischiosi rispetto alle precedenti recessioni, e questo implica che gli istituti sono in grado di fronteggiare a un tasso di insolvenza più elevato. Un altro punto a favore è rappresentato dalla minore esposizione al settore immobiliare commerciale, un comparto che, secondo gli analisti, subirà l'impatto negativo dell'inflazione e dell'aumento dei tassi d'interesse.
Nel quarto trimestre, “gli indici che misurano l’andamento dei crediti problematici di BPER Banca, Banca Monte dei Paschi di Siena, UniCredit e Banco BPM sono migliorati più di quelli di tutte le altre grandi banche europee, anche se quello del Monte dei Paschi, pari al 4,33%, è rimasto il più alto”. Quello di Intesa Sanpaolo è peggiorato di 19 punti base, portandosi al 2,38%, rispetto al trimestre precedente.