I primi risultati delle trimestrali delle banche USA sono confortanti, con utili cresciuti oltre le attese sulla scia dei rialzi dei tassi d'interesse della Federal Reserve che hanno fatto crescere il margine di intermediazione degli istituti di credito.
"Sia Wells Fargo che JP Morgan hanno ottenuto risultati molto, molto solidi, superando gli utili attesi. I depositi erano in calo, ma queste grandi banche negli ultimi anni sono state inondate di depositi. L'unica divisione che è apparsa debole è stata l'investment banking", ha dichiarato Octavio Marenzi, Amministratore delegato di Opimas, società di consulenza focalizzata sui mercati finanziari.
A circa 30 minuti dall'avvio degli scambi, le azioni di JPMorgan Chase e Wells Fargo sono in salita rispettivamente del 7,05% e dello 0,8%.
JPMorgan: i numeri del primo trimestre
I conti di JPMorgan sono l'esempio più emblematico di come il più grande istituto finanziario americano abbia mostrato una straordinaria resilienza durante la crisi bancaria di marzo. Occorre precisare che, essendo la crisi scoppiata solo nell'ultima parte del trimestre, i risultati hanno incorporato solo parzialmente gli effetti della tempesta finanziaria. Tuttavia, l'esodo dei depositi dalle piccole banche in parte ha trovato destinazione proprio nelle aziende di credito più grandi e robuste.
Ad ogni modo, l'utile trimestrale di JPMorgan è cresciuto del 52% a 12,62 miliardi di dollari con un Eps (Earning per share, l'utile per azione) di 4,10 dollari. Nel complesso, i ricavi sono aumentati del 25% a 38,3 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Con l'apporto di tassi più elevati, le entrate dell'unità bancaria consumer e prestiti sono cresciute dell'80% a 5,2 miliardi di dollari. Mentre il reddito netto da interessi, che esprime quanto l'azienda guadagna dalla differenza tra i prestiti concessi a famiglie e imprese e i depositi dei clienti, è balzato del 49% a 20,8 miliardi di dollari.
Tutto ciò ha compensato
il calo della divisione investment banking, che ha visto un crollo dei ricavi del 24%. La ragione di tale contrazione è da ricercare nelle minori operazioni di finanza straordinaria, come fusioni, acquisizioni e
IPO. Per quel che riguarda le entrate da trading, si è registrato un decremento del 12% relativamente alle azioni e una situazione invariata per ciò che attiene al reddito fisso.
Pur sottolineando che l'economia americana rimane sana, l'amministratore delegato Jamie Dimon ha avvertito che "le nuvole di tempesta che abbiamo monitorato nell'ultimo anno rimangono all'orizzonte e le turbolenze del settore bancario si aggiungono a questi rischi".
Wells Fargo: i numeri del primo trimestre
Anche i conti di Wells Fargo riproducono una situazione di grande solidità della banca, sebbene l'istituto abbia accantonato 1,21 miliardi di dollari a copertura di potenziali perdite sui prestiti, in netto aumento rispetto ai 787 milioni di dollari messi da parte l'anno scorso.
L'azienda ha prodotto un utile netto di quasi 5 miliardi di dollari, in crescita di oltre il 30% su base annua, corrispondente a 1,23 dollari per azione. Gli analisti si aspettavano in media Eps di 1,13 dollari. I ricavi totali invece sono arrivati a 20,73 miliardi di dollari, +17%, con il consensus che stimava 20,08 miliardi. Nel dettaglio, il reddito netto da interessi è salito del 45% anno su anno a 13,34 miliardi di dollari. La banca ha ripreso il suo programma di riacquisto di azioni durante il trimestre, acquistando 86,4 milioni di azioni, pari a 4 miliardi di dollari.
"Abbiamo avuto ottimi risultati nel primo trimestre, compresa la crescita dei ricavi sia dal quarto trimestre che da un anno fa, e abbiamo continuato a fare progressi sulle nostre iniziative di efficienza", ha dichiarato il CEO Charlie Scharf in una nota. Per quel che riguarda la guidance, l'ad ha ribadito che la massima priorità della banca è quella di andare avanti sul controllo del rischio. "Abbiamo fatto progressi, ma il nostro lavoro non è finito".