Secondo i dati Arera, ENI oggi rappresenta il principale produttore di gas in Italia e il secondo maggiore di elettricità alle spalle di Enel. Ma chi sono i principali azionisti del colosso energetico fondato da Enrico Mattei? Ecco di seguito una rassegna dei soci dell'azienda e di tutto ciò che c'è da sapere sulla loro quota.
ENI: ecco chi sono i soci
Sulla base delle informazioni reperibili sul sito della società, il capitale sociale di ENI ammonta a oltre 4 miliardi di euro ed è costituito da più di 3,5 miliardi di azioni ordinarie nominative indivisibili e senza diritto di voto. Gli azionisti che le detengono sono oltre 300 mila, i cui principali sono di seguito riepilogati:
Ministero dell'Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti
Lo Stato è il principale azionista di ENI, con Il MEF che è titolare di oltre 157 milioni di azioni, corrispondenti a una quota del 4,41%, e Cassa Depositi e Prestiti (controllata dal MEF per l'82,77% del capitale) che detiene più 935 milioni di azioni, pari al 26,21% del totale. Nel complesso, quindi, circa il 30% del capitale sociale dell'azienda energetica è in mano pubblica.
Prima del 1995, il Tesoro aveva il monopolio assoluto, ma la legge 359/1992, con cui alcuni enti pubblici tra i quali ENI vennero trasformati in società per azioni, creò le condizioni per una privatizzazione. Nel ’95 fu dismessa la prima tranche di azioni da parte dello Stato, attraverso una operazione pubblica di vendita sul 15% del capitale che portò nelle casse erariali 6.299 miliardi di vecchie lire, pari a 3,25 miliardi di euro. Contestualmente, la società energetica venne quotata sia alla Borsa di Milano che a Wall Street.
Da allora lo Stato ha venduto quasi due terzi del capitale azionario, attraverso altre quattro fasi. La seconda fase si riferisce a dicembre 1996, quando il Tesoro collocò una quota del 15,82% incassando 4,58 miliardi di euro. Nel luglio del 1997 fu venduta la terza tranche, pari al 17,60%, del capitale, per un introito di 6,83 miliardi di euro. La quarta fase si concretizzò l’anno dopo, allorché lo Stato incassò 6,71 miliardi di euro, con la partecipazione che scese ben sotto il 50%. L’ultima tranche si realizzò nel 2001, in cui fu dismessa una quota del 5% per un’entrata di 2,72 miliardi di euro attraverso un procedimento di accelerated bookbuilding.
ENI fa parte di quelle aziende considerate strategiche per la politica economica del Paese. Per questo, la legge n.474 del 30 luglio 1994, ha attribuito al MEF, d'intesa con il Ministero dello sviluppo economico, la golden share, ossia una serie di poteri speciali. Questi consistono nell'assegnazione allo Stato di un certo quantitativo azionario e/o la nomina di un proprio membro nel Consiglio di amministrazione della società nell'ambito di un processo di privatizzazione.
Investitori istituzionali
Il flottante dell'azienda costituisce circa il 68% delle azioni totali. Di questo, gli investitori istituzionali posseggono il 53,86%, il che significa che messi insieme detengono il controllo dell'azienda. Ecco di seguito chi sono le principali società d'investimento, con a fianco il numero di azioni possedute e la quota di partecipazione nella società:
Altri
Tra gli altri azionisti di ENI vanno ricordati gli investitori retail con il 14,63% delle quote di capitale e le azioni proprie dell'azienda che corrispondono allo 0,89% del totale.