Didi Global lancerà il suo robotaxi entro il 2025. Il colosso cinese del ride-hailing ha annunciato che sta collaborando con alcune case automobilistiche del Dragone per sviluppare un'auto elettrica con bracci robotici per aiutare i passeggeri con i bagagli che prende il nome di Didi Neuron. "Contiamo di farla entrare nella rete di Didi e fornire servizi entro il 2025", ha dichiarato Meng Xing, COO di Didi Autonomous Driving, in un evento aziendale trasmesso online.
Il manager aziendale si è augurato che i robotaxi saranno prodotti a livello nazionale, che la catena di approvvigionamento sia controllabile e che il 90% dei componenti chiave possa essere realizzato internamente. Inoltre, l'azienda ha mostrato all'evento anche un sensore lidar e un dispositivo di calcolo per auto, nell'ambito degli sviluppi più importanti che Didi ha effettuato negli anni per quel che concerne la guida autonoma.
Didi: un percorso tortuoso verso la guida autonoma
Lo sviluppo e il test dei veicoli a guida autonoma di Didi sono iniziati nel 2016, con la società che ha raccolto centinaia di milioni di dollari da investitori del calibro di IDG Capital e Guotai Junan. L'azienda opera nelle città di Shanghai e Guangzhou, permettendo ai clienti di chiamare attraverso l'app principale le auto a guida autonoma fornite dalla casa automobilistica svedese Volvo (di proprietà della cinese Geely).
Le operazioni sono cominciate nel 2020, quando Didi ha lanciato a Shanghai un centro operativo e di manutenzione automatizzato, offrendo ricarica della batteria per veicoli autonomi, riparazioni e parcheggi. Nel marzo di quest'anno ha reso il servizio disponibile invece anche nella città di Guangzhou. Inoltre, ha acquisito licenze pubbliche per i test su strada in altre città e regioni, tra cui Pechino, Suzhou, Hefei e California negli Stati Uniti, portando così avanti le sue ambizioni di produzione di automobili.
In questi anni però Didi ha dovuto subire la feroce repressione sulle aziende tecnologiche portata avanti dalle autorità cinesi. A inasprire i rapporti è stata la quotazione a Wall Street nel 2021 realizzata contro la volontà del governo. Da quel momento l'accanimento di Pechino verso la compagnia è stato particolarmente aggressivo, come dimostra l'indagine sulla sicurezza informatica avviata dall'autorità del cyberspazio che ha costretto Didi a rimuovere le sue 25 app mobili dai vari app store e sospendere la registrazione di nuovi utenti.
Solo la rimozione dalla Borsa americana ha fatto distendere i rapporti tra Didi e il governo, il che non ha risparmiato alla società una multa da 1,2 miliardi di dollari. Tuttavia, a gennaio 2023 Didi ha potuto riprendere la registrazione di nuovi utenti e quindi la normale attività aziendale.