Micron Technology costruirà un nuovo impianto a Hiroshima, nel Giappone occidentale. Secondo quanto riportato dal Nikkei, l’azienda tecnologica statunitense investirà 1.500 miliardi di yen, pari a 9,6 miliardi di dollari, per la produzione di chip avanzati di memoria a banda larga. La costruzione sarà effettuata su un sito esistente e inizierà a maggio del 2026, mentre le spedizioni dei chip partiranno nel 2028. Il progetto è sostenuto dal governo giapponese, con il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria che metterà a disposizione fino a 500 miliardi di yen.
Micron Technology: quali implicazioni dall'investimento
L’investimento di Micron Technology avrà implicazioni a vari livelli. Innanzitutto, secondo il Nikkei, l’espansione dell’impianto di Hiroshima permetterà a Micron di diversificare la produzione rispetto a Taiwan, entrando in competizione con il leader del mercato SK Hynix. In questo modo migliorerà la resilienza della catena di approvvigionamento, tema centrale per i clienti enterprise e governativi, e mitigherà il rischio geopolitico.
In secondo luogo, Micron rafforzerà la sua presenza nel comparto HBM (High-Bandwidth Memory), oggi componente chiave per acceleratori AI, GPU e data center. L’azienda con sede a Boise, Idaho, sta recuperando quota rispetto a SK Hynix e Samsung, attualmente dominanti nel settore, e assume un posizionamento più competitivo nei confronti dei colossi americani Nvidia e Advanced Micro Devices.
Terzo, Micron potrà accedere agli incentivi del governo giapponese, riducendo il costo effettivo dell’investimento e creando le condizioni per migliorare i margini futuri dell’azienda.
L’operazione ha implicazioni rilevanti anche per il Giappone. La strategia di Tokyo è infatti quella di rimodernare un’industria dei semiconduttori ormai obsoleta, attirando produttori stranieri come TSMC e, appunto, Micron, in un contesto in cui la domanda è fortemente influenzata dalla crescita dell’intelligenza artificiale. A tal riguardo, il governo sta già finanziando la costruzione di un impianto per la produzione di massa di chip logici avanzati basati sulla tecnologia IBM.
Con il nuovo progetto, il Sol Levante si posiziona come secondo hub mondiale per la produzione di chip avanzati, alle spalle degli Stati Uniti. Inoltre, rilancia l’ecosistema locale, confermando la forte presenza nella litografia (Nikon), nei materiali chimici (JSR e Sumitomo Chemical) e nelle apparecchiature di produzione (Tokyo Electron).
Anche il mercato globale dei chip ne trarrà beneficio: è previsto un aumento della capacità produttiva di memoria per l’AI, con una domanda di HBM in crescita a tassi superiori al 50% annuo. Attualmente l’offerta è ancora carente e non riesce a soddisfare l’enorme richiesta di chip per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale generativa, l’espansione del cloud e degli acceleratori specializzati. La nuova fabbrica giapponese di Micron potrebbe contribuire almeno in parte ad alleviare questa carenza.
Il mercato diventerà inoltre più competitivo, spingendo i leader del settore - SK Hynix e Samsung - a investire massicciamente per mantenere le proprie quote.
I rischi non mancano
Questo progetto non è tuttavia esente da rischi e incognite, secondo gli osservatori finanziari. I tempi di lancio ricadono nel 2028, un orizzonte lungo e sensibile alle oscillazioni del ciclo dei semiconduttori. In aggiunta a questo, occorre considerare i costi e la complessità tecnologica legati alla produzione di HBM, tra i chip più complessi al mondo da realizzare. Infine, permangono incertezze sulla domanda futura: se oggi è esplosiva grazie alla crescita dell’AI, potrebbe rivelarsi volatile qualora il mercato dei data center dovesse consolidarsi.