Nata da un incontro di tre ingegneri in un ristorante lungo la strada di Berryessa Road a East San Jose, Nvidia è oggi il più grande progettista di chip al mondo. Tutte le principali società tecnologiche del pianeta si rivolgono al gigante di Santa Clara per rifornirsi dei suoi semiconduttori di fascia alta, in particolare quelli legati all'intelligenza artificiale. La società progetta e fornisce unità di elaborazione grafica (GPU), interfacce di programmazione delle applicazioni (API) e unità system on a chip (SoC) per il mobile computing e il mercato automobilistico.
Tutta la produzione dell'hardware e del software viene esternalizzata. In pratica, Nvidia si avvale di fornitori esterni per tutte le fasi della produzione, ivi inclusi la fabbricazione dei wafer, l'assemblaggio, il collaudo e l'imballaggio. I chip in particolare sono prodotti dal colosso taiwanese dei semiconduttori a contratto TSMC.
L'azienda quindi si occupa della progettazione del prodotto, del controllo della qualità, del marketing e dell'assistenza clienti. Tutto ciò le permette di ridurre i costi di investimento e di azzerare i rischi associati alla produzione. Ma vediamo la storia di Nvidia, dalle sue origini fino a oggi, ripercorrendo le tappe principali che l'hanno resa una delle più grandi società del mondo.
Nvidia: i primi passi
Il 5 aprile 1993
Jensen Huang, Chris Malachowsky e Curtis Priem si incontrarono in un ristorante. Huang era un ingegnere elettrico taiwanese naturalizzato americano proveniente da CoreWare, dove aveva assunto il ruolo di direttore, e da AMD, in cui era stato progettista di microprocessori.
Malachowsky era un ingegnere in precedenza impiegato presso Sun Microsystems. Priem proveniva da IBM e Sun Microsystems, dove aveva lavorato come ingegnere senior e progettista di chip grafici.
Nella discussione in cui parlavano del futuro, i tre visionari partorirono l'idea di un'elaborazione basata sulla grafica per affrontare le sfide dell'informatica. Così lasciarono i loro incarichi aziendali e fondarono una startup nella casa di Priem a Fremont, in California.
Il termine Nvidia fu scelto come unione di due parole: NV e invidia. NV stava per Next Version, indicando un'azienda che puntava sull'innovazione e sul progresso tecnologico. Invidia è semplicemente il sentimento umano che in questo caso aveva un'accezione positiva, ossia come stimolo a migliorarsi continuamente.
L'azienda fu creata con soli 40.000 dollari, ma nel tempo ricevette finanziamenti di decine di milioni di dollari da parte di venture capital e private equity come Sequoia Capital e Sutter Hill Ventures, tra gli altri. Presto divenne troppo grande per la casa di Priem e spostò la sede a Sunnyvale, sempre in California.
I primi anni comunque non furono facili, come del resto avviene per qualsiasi azienda tecnologica. Il primo acceleratore grafico progettato dalla società fu l'NV1, ma non riuscì a guadagnare trazione, perché Microsoft introdusse la piattaforma DirectX scegliendo di non supportare alcun altro software di grafica.
La tecnologia di Nvidia era in ritardo rispetto ai concorrenti e a un certo punto si trovò di fronte al bivio se continuare o abbandonare il progetto. Vicino al collasso finanziario, nel 1996 Huang decise di licenziare il 60% della forza lavoro, portandola da 100 a 40 persone.
La speranza di sopravvivenza dell'azienda fu nello sviluppo di un prodotto di accelerazione grafica ottimizzato per l'elaborazione di primitive triangolari: il RIVA 128. Il dispositivo fu rilasciato nell'agosto 1997, ma il fallimento era a un passo perché l'azienda non aveva più liquidità.
Il prodotto però fu un successo, con la vendita di circa 1 milione di unità in quattro mesi. Il ricavato fu utilizzato per finanziare la generazione successiva dei prodotti e l'azienda finalmente si sbloccò iniziando l'ascesa.
Nvidia: la quotazione in Borsa e i grandi successi
Il 22 gennaio 1999 Nvidia si quotò in Borsa. Le azioni iniziarono a carburare allorché la società rilasciò la GeForce 256, il primo prodotto commercializzato come GPU. La sua caratteristica distintiva fu l'introduzione nell'hardware 3D della trasformazione e dell'illuminazione integrate. Le performance furono nettamente superiori a quelle dei prodotti esistenti. Questo permise a Nvidia di vincere il contratto per lo sviluppo dell'hardware grafico per la console di gaming Xbox di Microsoft.
I successi dell'azienda si riflessero in Borsa e così nel 2001 le azioni Nvidia entrarono a far parte dell'indice S&P 500 in sostituzione del titolo Enron. Ciò creava le basi per una crescita delle quotazioni in futuro, in quanto i fondi indicizzati alla Borsa americana nel ribilanciamento di portafoglio acquistavano automaticamente le azioni Nvidia.
L'ascesa dell'azienda sembrava inarrestabile e molti colossi tecnologici internazionali furono catturati dalla sua tecnologia, tipo Sony che richiese la progettazione del processore grafico RSX per la Playstation 3. Nel 2007 la rivista Forbes nominò Nvidia l'azienda dell'anno, citando proprio i grandi risultati ottenuti durante il quinquennio precedente.
Nvidia: l'ultimo decennio
Un momento di svolta dell'attività aziendale avvenne nel 2014, anno in cui Nvidia decise di diversificare le proprie attività concentrandosi su tre settori chiave: giochi, elettronica automobilistica e dispositivi mobili. Il 6 maggio 2016 presentò le prime GPU della serie GeForce 10, la GTX 1080 e la 1070, basate sulla nuova architettura Pascal.
L'anno successivo, stipulò una partnership ad ampio raggio con il gigante della ricerca online cinese Baidu che includeva il cloud computing, la guida autonoma, i dispositivi di consumo e l'intelligenza artificiale.
L'arrivo della pandemia nel 2020 portò paradossalmente a un salto tecnologico dell'azienda, con lo sviluppo di un ventilatore open source per affrontare le carenze derivanti proprio dalla situazione pandemica.
Lo stesso anno, Nvidia fece un'offerta di circa 40 miliardi di dollari per acquisire Arm, progettista di chip britannico, dalla holding giapponese SoftBank. Quest'ultima avrebbe comunque mantenuto una quota del 10%. Le autorità di regolamentazione britanniche però si misero di traverso e Nvidia si ritirò dall'affare.
Il boom dell'intelligenza artificiale e l'azienda più capitalizzata del mondo
Verso la fine del 2022 il mondo dell'intelligenza artificiale è stato profondamente rivoluzionato dall'irruzione di OpenAI, la startup americana che ha lanciato il chatbot ChatGPT. Da quel momento c'è stata una corsa delle Big Tech per la supremazia nella nuova tecnologia che avrebbe dovuto incrementare in maniera sostenuta le entrate aziendali nei prossimi decenni.
Per questo sono stati programmati investimenti di decine di miliardi di dollari nei modelli AI (Artificial Intelligence) e nei data center per contenere la quantità enorme di informazioni generate dall'intelligenza artificiale.
Al riguardo, la domanda per i chip Nvidia legati all'AI ha ottenuto un'impennata straordinaria che si è immediatamente riverberata nei conti dell'azienda. Il biennio 2023-2024 è stato stellare per Nvidia, che prima si è conquistata la qualifica di diventare la terza azienda nella storia degli Stati Uniti - insieme a Apple e Microsoft - a superare un valore di mercato di 3.000 miliardi di dollari e poi ha ottenuto la palma per un breve periodo di società più capitalizzata del mondo.
Il problema cinese e DeepSeek
Una serie di trimestrali da sogno di Nvidia ha mandato in orbita le azioni a Wall Street, ma non tutto è filato liscio. Circa un quinto degli introiti dell'azienda proviene dalle vendite in Cina.
Il problema è che il Dipartimento del Commercio americano ha introdotto una serie di strette per impedire le esportazioni dei chip di fascia alta alle aziende cinesi. Questo è un rompicapo per Nvidia, che ha dovuto adeguare la progettazione per la Cina con semiconduttori meno avanzati.
Il punto è che colossi come Alibaba, Tencent e Baidu stanno cercando di diminuire la dipendenza da Nvidia rivolgendosi maggiormente a progettisti interni come Huawei.
Un'altra minaccia per l'azienda è l'avvento a gennaio di quest'anno della startup cinese DeepSeek che ha presentato un modello di intelligenza artificiale low cost che utilizza molti meno chip di Nvidia.
Immediatamente le azioni Nvidia sono andate sotto pressione, in quanto gli investitori hanno temuto che le Big Tech avrebbero diminuito le enormi spese sull'AI con conseguente gravi danni per le entrate aziendali.
Fortunatamente, le guidance delle megacap tecnologiche in occasione della presentazione dei dati trimestrali hanno allontanato certi timori, così come le indicazioni risultanti dai conti di Nvidia.