L'indice S&P 500 si avvicina al suo record storico di 6.147 punti a Wall Street registrato nel mese di febbraio di quest'anno. Attualmente le quotazioni si aggirano intorno alla soglia psicologica di 6.000, oltre la quale analisti e investitori vedono buone possibilità per un nuovo rally.
I dati incoraggianti sul mercato del lavoro della scorsa settimana hanno trasmesso il messaggio che l'economia americana è ancora in buona salute. Questo fa ben sperare quantomeno per scongiurare una recessione che potrebbe arrivare in caso di nuova escalation sul fronte della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi.
Al momento è in corso la tregua di 90 giorni durante i quali si cercano accordi per evitare di tornare al punto di partenza. Le trattative non solo facili, al di là dei proclami roboanti del presidente americano Donald Trump. Gli investitori però sono ottimisti e si aspettano che alla fine un'intesa verrà raggiunta.
Nel contempo, c'è
l'incognita Federal Reserve sul versante dei tassi di interesse. Le decisioni che prenderà la Banca centrale sono troppo legate a variabili come gli accordi tariffari, in quanto questi andranno inevitabilmente a impattare sull'inflazione e sulla crescita. Se il campo verrà sgomberato per potere riprendere con i tagli del costo del denaro interrotti quest'anno, ci sarebbero buone probabilità che le azioni a Wall Street prendano un nuovo slancio.
Lo stesso discorso vale per gli utili aziendali, che nell'ultima stagione hanno dato buone indicazioni anche in prospettiva. In particolare, le Big Tech, che negli ultimi anni hanno guidato il rally della Borsa americana, destano meno preoccupazioni rispetto ad alcune settimane fa, quando il mercato si interrogava sui benefici dell'intelligenza artificiale.
Wall Street: le grandi banche sono ottimiste
L'ottimismo a Wall Street ha contagiato anche gli strategist delle grandi banche americane, i quali almeno in parte si sono convertiti da precedenti previsioni cupe. Ad esempio, Michael Wilson, stratega di Morgan Stanley, ha abbandonato la sua lunga proiezione ribassista a metà dello scorso anno, affermando che per l'indice S&P 500 è di buon auspicio il forte miglioramento delle prospettive degli utili.
L'esperto ha ribadito il suo obiettivo di prezzo per il benchmark a 6.500 punti entro i prossimi 12 mesi. Ciò significherebbe uno spazio di crescita ancora di circa l'8% dai livelli attuali. "Siamo fermamente convinti che il forte calo di aprile sia stato la fine di una correzione molto più lunga iniziata un anno fa con il picco del tasso di variazione sull'ampiezza delle revisioni degli utili", ha scritto Wilson in una nota. "Una ripresa degli aggiornamenti degli analisti ci mantiene positivi sulle azioni statunitensi a 12 mesi".
Lo stesso ottimismo è espresso da David Kostin, strategist di Goldman Sachs, secondo cui ci sono prospettive di una crescita dell'economia americana, con i settori più sensibili a essa che sovraperformeranno quelli più difensivi. "Il mercato continua a guadagnare fiducia grazie al miglioramento dei dati deboli e alle notizie amichevoli da Washington", ha affermato riferendosi alle dichiarazioni più distensive sugli aspetti commerciali provenienti dalla Casa Bianca. "Se la ripresa dei dati deboli è sostenuta, ciò dovrebbe aiutare i rendimenti azionari", ha aggiunto.
La scorsa settimana erano stati gli analisti di Citigroup a esprimersi in termini positivi su Wall Street, alzando l'obiettivo di prezzo per l'S&P 500 da 5.800 a 6.300 entro fine anno. La visione più favorevole è sostenuta da prospettive migliori circa la resilienza degli utili societari e la crescita guidata dall'intelligenza artificiale.
"La prima metà del 2025 ha visto un mercato altalenante", hanno affermato gli esperti della banca americana. "L'aspettativa iniziale di un primo semestre piatto seguito da un secondo semestre più forte è stata messa in discussione ad aprile, quando i rischi legati ai dazi hanno portato a un declassamento dell’obiettivo.
Tuttavia, un successivo rally, alimentato dai risultati del primo trimestre e dalla rinnovata fiducia nel commercio dell’AI (Artificial Intelligence, n.d.r.), ha dimostrato una più ampia fiducia nell’adattabilità aziendale e, con essa, nella stabilità fondamentale".