Michael Burry punta contro Nvidia e le azioni tecnologiche cinesi. Il gestore dell'hedge fund
Scion Asset Management, famoso per aver previsto il crollo del mercato immobiliare statunitense del 2008, ha attivato una serie di opzioni "put" contro il gigante americano dei chip, secondo quanto risulta dai documenti normativi 13F. "Le put su Nvidia e altre società possono servire a coprire posizioni lunghe che non sono idonee per essere segnalate", si legge nelle carte. Nei numeri, le put coprono 900 mila azioni Nvidia per il 48,96% del portafoglio.
Le posizioni sono state assunte nel primo trimestre dell'anno in corso, ovvero prima che il presidente degli Stati Uniti
Donald Trump annunciasse i
dazi reciproci lanciando una guerra commerciale che ha sconvolto i mercati globali. Tra l'altro, tutto ciò è avvenuto nel periodo in cui la startup cinese
DeepSeek è entrata a gamba tesa nel settore dell'intelligenza artificiale proponendo un modello a basso costo che ha fatto affondare le azioni delle Big Tech americane, tra cui proprio Nvidia.
Il gigante di Santa Clara ha guadagnato terreno a Wall Street nelle ultime settimane, grazie alla distensione dei rapporti commerciali tra gli USA e il resto del mondo. In particolare, le
azioni Nvidia hanno guadagnato slancio dopo l'accordo tra Washington e Pechino per congelare i dazi reciproci per 90 giorni abbassandoli durante il periodo del 115%. Ora le tariffe americane sui beni di importazione cinesi risultano del 30%, mentre quelle cinesi sulle merci statunitensi ammontano al 10%.
Michael Burry e le azioni tech cinesi
Michael Burry ha ridotto alcuni dei suoi investimenti in titoli tecnologici cinesi già a partire dagli ultimi tre mesi del 2024, prima che l'avvento di DeepSeek innescasse un rally. In particolare, ha tagliato la partecipazione di Alibaba del 25% e quella di JD.com del 40%.
Nei primi tre mesi del 2025, Burry è passato da una posizione lunga a una posizione put su Alibaba, aumentando al contempo il numero di azioni da 150 a 200 mila. Quanto a JD.com, il grande investitore ha aumentato la sua esposizione da 300 a 400 mila azioni, convertendola in una posizione "short". L’approccio cauto del guru della finanza riflette le preoccupazioni per le tensioni geopolitiche tra USA e Cina e per la debolezza della crescita economica cinese. Si tratta di fattori, ha rilevato Burry, che potrebbero ripercuotersi sulle aziende tecnologiche cinesi.
Le ultime trimestrali delle Big Tech nazionali hanno fornito segnali contrastanti. I dati di Tencent e JD.com, ad esempio, sono risultati soddisfacenti, mentre quelli di Alibaba hanno deluso. Il gigante di Guangzhou ha mostrato una crescita solida, ma non per come si aspettava il mercato. Questo mette in dubbio che i consumi cinesi siano ripartiti, ma soprattutto che i vantaggi dell'intelligenza artificiale su cui sta puntando molto Alibaba siano visibili. Nell'ultima seduta a Wall Street, le
ADR Alibaba sono crollate del 7,57%.
Le posizioni lunghe
Secondo il documento depositato, la Scion Asset Management ha praticamente liquidato l'intero portafoglio nel primo trimestre 2025, lasciando in vita solo la partecipazione nel gigante dei cosmetici americano Estée Lauder. Qui il numero di azioni è raddoppiato da 100 a 200 mila. Questo suggerisce che Burry vede i beni di consumo di base con un forte valore del marchio come un rifugio sicuro durante le turbolenze del mercato.