Arm Holdings ha mostrato interesse verso la divisione prodotti di Intel ma la risposta è stata netta: l'unità non è in vendita. Attualmente la struttura di business di Intel è divisa in due macro-unità finanziarie: Intel Products e Intel Foundry. La prima - che è quella su cui Arm ha mostrato interesse - riguarda le unità di progettazione della maggior parte dei chip di Intel, come Client Computing Group, Data Center and AI e Network and Edge. La seconda concerne le fonderie o le Fab, utilizzate per la produzione dei chip non solo all'interno di Intel Products ma anche per conto terzi. Tra i clienti più importanti di Intel Foundry vi sono colossi come Amazon Web Services e Microsoft.
Se Intel avesse ceduto alle lusinghe di Arm, il progettista di chip britannico avrebbe potuto incrementare la vendita di più prodotti propri. In questo momento, l'azienda con sede a Cambridge concede in licenza la tecnologia e i progetti ai clienti, i quali a loro volta effettuano la trasformazione in semiconduttori completi. L'elenco della clientela comprende giganti della tecnologia come Samsung, Qualcomm e Amazon. Arm da tempo ha scelto di offrire prodotti completamente formati, entrando in un campo dove la concorrenza è serrata.
La società sostenuta da Soft Bank con una quota dell'88% al momento produce solo una frazione delle entrate di Intel, avendo registrato un fatturato nell'ultimo anno fiscale di 3,2 miliardi di dollari. Tuttavia, la sua capitalizzazione di mercato è aumentata enormemente dalla quotazione in Borsa avvenuta a settembre dello scorso anno e ora ha raggiunto una cifra di oltre 156 miliardi di dollari, a fronte di un market cap di Intel di poco più di 102 miliardi di dollari.
Intel: ecco le ultime mosse
Intel sta vivendo un momento di grande difficoltà, di fronte a un calo preoccupante delle vendite e della redditività. Ultimamente l'Amministratore delegato Pat Gelsinger ha attuato un piano per ritornare alla competitività e nel frattempo rimettere a posto i conti (
Intel: ecco il piano della società per tagliare i costi). Tra le soluzioni prospettate la
separazione ancora più netta tra Intel Products e Intel Foundry, insieme a una serie di decisioni dolorose, quali: il taglio di oltre 15 mila dipendenti, il blocco dei dividendi e una riduzione del Capex. Dividendosi in due, Intel potrebbe trovare la strada spianata una volta che decidesse di vendere una o l'altra attività.
Alcuni giorni fa, Qualcomm si è fatta avanti lanciando un'acquisizione amichevole di Intel, il che darebbe vita a una delle più grandi operazioni di acquisizione e fusione di sempre. Non sembra però che ci sia la volontà da parte del colosso dei chip di dar seguito a un'aggregazione di questa portata. Contestualmente, la società di private equity Apollo Global Management ha proposto un investimento in Intel fino a 5 miliardi di dollari, che potrebbe essere denaro prezioso per sostenere l'ambizioso progetto di rilancio di Gelsinger. Intanto, per fare cassa, Intel prevede di vendere la sua partecipazione nel produttore di semiconduttori Altera Corp., che ha acquistato nel 2015 e ha scorporato dall'azienda proprio con l'obiettivo di quotarla in Borsa.