Con meno di sei milioni di abitanti, la Danimarca è la patria di aziende decisamente importanti: la sede principale della Lego è a Billund, piccolo paese della regione di Syddanmark, poi c’è il colosso delle spedizioni Maersk, che è stata fondata oltre 100 anni fa a Copenaghen, ed è danese anche il big della farmaceutica mondiale Novo Nordisk.
Recentemente quest’ultima è finita sotto i riflettori a causa della forte influenza esercitata sull’economia danese. "Non ci siamo mai trovati in una situazione del genere in Danimarca, dove una singola azienda ha giocato un ruolo così importante", ha dichiarato Jens Naervig Pedersen, economista di Danske Bank.
Secondo i dati elaborati dall’istituto di statistica, nel 2022 due terzi della crescita economica del Paese sono riconducibili all’apporto arrivato da un’industria farmaceutica in cui Novo Nordisk non ha praticamente rivali (i ricavi 2022 di Novo Nordisk sono stati circa 10 volte quelli della seconda azienda farmaceutica del Paese, Lundbeck).
Il trend è confermato dai dati relativi al primo trimestre 2023: dal settore farmaceutico è arrivato il 90% della crescita del Pil danese. “Senza l'industria farmaceutica, nel primo trimestre di quest'anno praticamente non c'è stata crescita" della produzione economica rispetto all'anno precedente, ha riferito Jonas Dan Petersen, consulente capo dell'istituto di statistica nazionale danese.
Novo Nordisk: due i farmaci che hanno innescato il balzo
Se in passato Novo Nordisk era conosciuta per i suoi farmaci destinati ai pazienti diabetici, i nuovi prodotti, tra cui spiccano quelli per la perdita di peso, hanno fatto fare un vero e proprio salto di qualità all’azienda.
In particolare, sono due i farmaci sotto i riflettori: l’Ozempic ed il Wegovy. Il primo è utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2 e per la prevenzione di gravi problemi cardiovascolari (ma in alcuni casi è utilizzato anche per la perdita di peso), mentre il Wegovy è un trattamente specifico che permette di far perdere il 15% del peso corporeo in meno di 16 mesi. In particolare, nel caso di quest’ultimo, l’azienda fa fatica a soddisfare la domanda in arrivo dagli Stati Uniti, dove oltre 100 milioni di adulti sono obesi.
Nei primi sei mesi dell’anno, gli utili della società sono balzati di 45 punti percentuali portandosi a 39 miliardi di corone danesi, pari a circa 5,23 miliardi di euro. Nel corso dell’ultimo mese il titolo sul listino di Copenaghen ha evidenziato un rialzo di oltre 16 punti percentuali che porta il dato 2023 al +36,9%. Rispetto ad un anno fa le azioni NOVO-B segnano un +66% e nel confronto con tre anni fa valgono oltre 200 punti percentuali in più.
Attualmente la capitalizzazione di mercato di Novo Nordisk si attesta a 420 miliardi di dollari, superando, per dimensioni, la stessa economia danese (390 miliardi nel 2022). Dopo LVMH, Novo Nordisk è la società quotata che vale di più in Europa.
Novo Nordisk: troppo grande per l’economia danese
L’enorme domanda di prodotti Novo Nordisk in arrivo dagli Stati Uniti sta esercitando una forte influenza sull’economia danese: sia in termini di concentrazione, uno stato nazionale non può legare le sue fortune a quelle di un’azienda privata, sia per quanto riguarda il rafforzamento della corona (il cambio USD/DKK nell'ultimo anno è sceso di 8 punti percentuali).
"Se ci sono aziende, come Novo Nordisk, che hanno una grande necessità di cambiare valuta estera in corone danesi, inizi a rilevare una pressione al rialzo sulla divisa", ha detto Pedersen. Ma, essendo la corona ancorata all’euro, evidenzia l’esperto,"la Banca centrale deve agire di conseguenza".
Per tenere sotto controllo il cambio, la Nationalbanken si trova a dover acquistare valuta estera accumulando riserve. In questo contesto, e per evitare l’ulteriore afflusso di denaro, l’istituto deve tenere il proprio costo del denaro al di sotto di quello fissato dalla BCE.
Novo Nordisk: tutti temono il male olandese
Il rischio per la Danimarca è di ripercorrere quanto già successo in Finlandia con Nokia o in Olanda, quando le scoperte di gas naturale spinsero al rialzo il fiorino olandese andando a colpire il settore manifatturiero (l'Economist nel 1977 coniò il termine “Dutch disease”, il male olandese).
"C'è una Danimarca senza Novo Nordisk, e questo deve essere preso in considerazione quando si formulano raccomandazioni sulla politica economica e sugli accordi salariali", ha detto Pedersen. "Dobbiamo capire che molte aziende danesi devono affrontare anche una forte concorrenza dall'estero".