Dopo Merck e Bristol Myers Squibb, anche Johnson & Johnson ha citato in giudizio l'amministrazione Biden per bloccare il provvedimento che permette all’esecutivo di tagliare i prezzi dei farmaci del programma Medicare (il programma di assicurazione sanitaria federale destinato a chi ha compiuto 65 anni o è affetto da invalidità).
Contenuta nell'Inflation Reduction Act, che garantisce a Medicare il potere di negoziare i prezzi dei farmaci per la prima volta nei sei decenni di storia del programma, questa misura secondo J&J viola il Primo e il Quinto emendamento della Costituzione statunitense (libertà di parola e sequestro di proprietà private da parte del governo senza un giusto compenso).
Johnson & Johnson vs Biden: si limita capacità di sviluppare farmaci
Secondo i colossi del comparto farmaceutico il potere di negoziare prezzi più bassi dei farmaci porterà ad una riduzione dei profitti costringendo i produttori a limitare lo sviluppo di nuovi trattamenti innovativi. Tramite questo provvedimento, che secondo l’azienda non implicherà una vera negoziazione poiché il governo "impone unilateralmente" i prezzi dei farmaci, l’amministrazione Biden stima di risparmiare 25 miliardi di dollari all’anno.
“Abbiamo intentato una causa contro il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti e i Centers for Medicare and Medicaid Services per contestare le disposizioni sui prezzi dei farmaci che danneggiano l'innovazione, contenute nell'Inflation Reduction Act (IRA)”, riporta la nota di J&J. Con l'attuazione dell'IRA, “il governo sta obbligando Janssen (la divisione farmaceutica del gruppo, ndr) a fornire i suoi farmaci innovativi e brevettati a condizioni di prezzo che, per legge, devono essere significativamente inferiori ai prezzi di mercato”.
“Riteniamo che le disposizioni dell'IRA in materia di prezzi limitino l'innovazione medica, l'accesso e la scelta dei pazienti e abbiano un impatto negativo sulla qualità complessiva dell'assistenza ai pazienti. Abbiamo la responsabilità di contestare l'attuale versione della legge per proteggere la nostra capacità di continuare a sviluppare farmaci innovativi per i pazienti, ora e in futuro”.
Le tre aziende farmaceutiche non sono sole: a citare in giudizio il governo sono anche la Camera di Commercio degli Stati Uniti, che ha chiesto un'ingiunzione per fermare l’attuazione della misura, e il gruppo di pressione industriale Pharmaceutical Research and Manufacturers of America.
J&J: la risposta del governo
A settembre il Centers for Medicare and Medicaid Services (CMS) selezionerà i primi 10 farmaci da sottoporre a negoziazione, con prezzi stabiliti che entreranno in vigore nel 2026. Le aziende produttrici di questi farmaci entro il mese di ottobre sono tenute a firmare gli accordi di partecipazione alle trattative.
"Come il Segretario ha già chiarito, difenderemo con forza la legge del Presidente sulla negoziazione dei prezzi dei farmaci, che sta già contribuendo a ridurre i costi sanitari per gli anziani e le persone con disabilità. La legge è dalla nostra parte", ha dichiarato in un comunicato un portavoce del Dipartimento della Salute.