In un momento cui la guerra commerciale USA-Cina è in pieno svolgimento, la cinese Chagee ha stupito i mercati con un debutto scintillante sul Nasdaq. Giovedì, al suo primo giorno di contrattazioni, il titolo della catena fondata a Shanghai è salito fino al 49%, chiudendo con un solido +15,21% (+2,91% per CHA nell’after-hours). Un risultato che supera di gran lunga le aspettative, soprattutto considerando il clima geopolitico attuale e la crescente diffidenza verso le IPO straniere negli Stati Uniti.
IPO Chagee: un debutto da oltre sei miliardi di dollari
Chagee ha raccolto 411 milioni di dollari attraverso la vendita di 14,7 milioni di azioni al prezzo iniziale di 28 dollari ciascuna. Il titolo ha aperto le contrattazioni a 33,75 dollari, portando la capitalizzazione di mercato — su base completamente diluita — oltre i 6 miliardi di dollari. Detentore del 19,9% del capitale, il giovane Amministratore delegato della società, Junjie Zhang, ha visto il suo patrimonio personale superare il miliardo di dollari.
Questa operazione segna la più grande quotazione cinese a Wall Street da maggio dello scorso anno, quando la società di veicoli elettrici Zeekr raccolse la stessa cifra. Il debutto di Chagee è tanto più sorprendente alla luce di alcune quotazioni recenti — come quelle di Venture Global e CoreWeave — che hanno faticato a generare entusiasmo tra gli investitori. Eppure, nonostante questi segnali contrastanti, il mercato ha accolto con entusiasmo Chagee, dimostrando che storie di crescita solida e ben posizionate possono ancora attrarre capitali, anche in tempi incerti.
Alla buona riuscita dell’operazione ha contribuito anche l’interesse manifestato da importanti investitori istituzionali. CDH Investment Management, RWC Asset Management, Allianz Global Investors Asia Pacific e Orix Asia Asset Management hanno espresso interesse non vincolante per l’acquisto del 51,7% delle azioni offerte. L’IPO è stata curata da un consorzio di banche d’investimento di primo piano, tra cui Citigroup, Morgan Stanley, Deutsche Bank e la cinese CICC.
La scelta di quotarsi a New York — invece che ad Hong Kong, dove concorrenti come Guming e Mixue hanno recentemente trovato terreno fertile — ha destato qualche perplessità nel mercato. Tuttavia, il successo dell’operazione suggerisce che l’intenzione di espandersi a livello internazionale ha prevalso su considerazioni di carattere politico o logistico.
Chagee: di cosa si occupa
Chagee è una catena cinese di tea house fondata a Shanghai, specializzata in bevande a base di tè ispirate al mondo del caffè, come i “teaspresso” e i “teapuccino”. L’azienda ha conosciuto una rapida espansione in patria e punta ora all’internazionalizzazione attraverso un’offerta che fonde tradizione orientale e gusto moderno.
Secondo il prospetto depositato per l’IPO, al termine del 2024 l’azienda contava 6.440 tea house, di cui il 97% situate in Cina (nel Dragone, Starbucks ha 7.600 punti vendita). Rispetto all’anno precedente, il numero di punti vendita è aumentato dell’83%, mentre i ricavi netti sono cresciuti del 167%, raggiungendo quasi 1,7 miliardi di dollari. L’utile netto, invece, si è attestato a 344 milioni.
Con un modello di business in forte crescita e un appeal giovane e urbano, Chagee si propone come nuovo protagonista globale del settore delle bevande premium.
I rischi geopolitici restano sullo sfondo
Nonostante il debutto positivo, permangono le incertezze legate al quadro normativo e geopolitico. Nel prospetto informativo, Chagee elenca esplicitamente le dispute commerciali e l’evoluzione delle leggi statunitensi sugli investimenti esteri tra i principali fattori di rischio.
Proprio questa settimana, Goldman Sachs ha sottolineato il rischio, in scenari estremi, che le autorità americane possano costringere le aziende cinesi alla delisting dalle Borse USA. Una simile decisione, secondo la banca d’affari, costringerebbe gli investitori statunitensi a liquidare asset per un valore di 800 miliardi di dollari.