Arm Holdings sta per arrivare in Borsa in quella che è la
più grande offerta pubblica iniziale dal 2021, ossia da quando Rivian Automotive è sbarcata a Wall Street con una quotazione da 66,5 miliardi di dollari. Tramite un'offerta da parte della controllante SoftBank di 95,5 milioni di azioni da mettere sul mercato con una forchetta di prezzo di 47-51 dollari, il gigante britannico progettista di chip potrebbe registrare una
valutazione fino a 52 miliardi di dollari. Nella parte alta della fascia di prezzo,
la raccolta dall'IPO sarebbe di 4,87 miliardi di dollari. La società con sede a Cambridge ha rivelato anche che potrebbe emettere azioni per i suoi dipendenti, portando a quel punto la valutazione fino a 54,5 miliardi di dollari.
Su queste cifre si è fatto un passo indietro rispetto a quanto SoftBank aveva valutato Arm il mese scorso, quando ha acquisito la quota del 25% attraverso il suo Vision Fund. Allora si è arrivati a una valutazione di 64 miliardi di dollari. Ad ogni modo si tratta di numeri ben più alti rispetto all'accordo da 40 miliardi di dollari relativo all'acquisizione di Nvidia, poi abortito per via dell'ostracismo delle autorità di regolamentazione (
IPO Arm: cosa c’è da sapere sul ritorno in Borsa).
IPO Arm: cosa fanno gli investitori
Dopo la chiusura dell'IPO, SoftBank conserverà una quota del 90,6% delle azioni ordinarie in Arm. Ora però si stanno cercando gli investitori che possano svolgere un ruolo di ancoraggio per tutta l'operazione. Il gestore patrimoniale. T. Rowe Price è uno dei soggetti più influenti, avendo esercitato una funzione importante nei più grandi debutti in Borsa, come quello di Rivian. In settimana, Arm ha tenuto colloqui anche con alcuni potenziali investitori, tra cui Sands Capital, società americana d'investimento con sede in Virginia.
La società di semiconduttori ha già
firmato l'accordo con alcune Big Tech che saranno investitori fondamentali nell'IPO, tipo Apple (
Azioni Apple: dopo settimane negative, cosa fare ora in Borsa?), Nvidia, Alphabet, Advanced Micro Devices, Intel e Samsung Electronics. Questi hanno mostrato interesse ad acquistare fino a 735 milioni di dollari di azioni nell'offerta.
Mentre la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), il più grande produttore di chip al mondo, deciderà questa settimana se partecipare o meno all'IPO. Lo ha affermato il presidente del gigante taiwanese, Mark Liu, durante il vertice SEMICON Taiwan. "Arm è un elemento importante del nostro ecosistema, della nostra tecnologia e dell'ecosistema dei nostri clienti. Vogliamo che abbia successo, vogliamo che sia sano. Questo è importante", ha detto Liu.
Arm firma contratto con Apple sui chip fino al 2040
Nel frattempo
Arm ha firmato con Apple un nuovo accordo per la fornitura a Cupertino della tecnologia dei chip fino a oltre il 2040. Lo rivela proprio il deposito normativo dei documenti dell'offerta pubblica iniziale. L'azienda britannica ha la proprietà intellettuale relativa alla struttura informatica per la maggior parte degli smartphone del mondo, concedendola in licenza a grandi aziende come Apple. Il colosso guidato da
Tim Cook sfrutta questa tecnologia nell'ambito della progettazione dei semiconduttori utilizzati per gli iPhone, gli iPad e i Mac.
Arm genera gran parte delle sue entrate attraverso le royalty basate sul prezzo medio di vendita dei chip. Entrate che però sono scese nell'ultimo anno fiscale proprio per il calo delle spedizioni globali di smartphone. Tuttavia, la società è redditizia, a differenza di molte aziende tecnologiche che debuttano in Borsa basandosi su grandi prospettive di crescita futura ma che ancora non hanno prodotto guadagni.
Secondo gli analisti, Arm potrebbe cavalcare il boom dell'intelligenza artificiale seguendo le orme di Nvidia, che ha più che triplicato il suo valore di mercato da inizio anno. La chiave vincente starebbe nel fatto che i chip risultano accoppiati con le CPU ad alta efficienza energetica che rappresentano una specialità di Arm.