IPO Arm: cosa c’è da sapere sul ritorno in Borsa | Investire.biz

IPO Arm: cosa c’è da sapere sul ritorno in Borsa

22 ago 2023 - 12:10

22 ago 2023 - 12:23

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Arm scalda i motori in vista dell’IPO sul Nasdaq: presentato il prospetto preliminare per il ritorno in Borsa della società controllata dalla giapponese Softbank

Il conto alla rovescia per l’IPO di Arm è partito: la società britannica di progettazione di chip di proprietà di SoftBank ha presentato il prospetto preliminare per la quotazione sul Nasdaq. L’operazione di quotazione di Arm, che dovrebbe avvenire all'inizio del mese prossimo, è destinata ad essere la maggiore da quasi due anni (da quando il produttore di auto elettriche Rivian si è quotato con una capitalizzazione di mercato iniziale di 70 miliardi di dollari).

In attesa dei risultati di Nvidia, che anche grazie all’incremento di target price annunciato da Hsbc ieri ha chiuso con un +8,47%, il settore dei semiconduttori dallo scorso mese di novembre è sotto i riflettori in scia del boom dell’intelligenza artificiale. Della crescita delle azioni Nvidia, che da inizio anno sono salite di oltre 220 punti percentuali permettendo alla capitalizzazione di superare quota mille miliardi (Nvidia è la prima società di chip a valere $ 1.000 miliardi), potrebbe beneficiare anche Arm: il nuovo "superchip" di Nvidia che sarà utilizzato nei data center, il GH200, che contiene CPU basate sull'architettura Arm. 

 

 

IPO Arm: focus sulla valutazione e sulla quota che sarà collocata

Guidata da Masayoshi Son, SoftBank ha acquisito Arm, delistandola, nel 2016 per un controvalore di 32 miliardi di dollari (la società dal 1998 era quotata a New York e Londra). Secondo quanto stimato dal manager, Arm nei prossimi anni registrerà una "crescita esponenziale" grazie al boom dell'intelligenza artificiale (AI, Artificial Intelligence). Arm, ha riferito il manager, "si pone al centro di un gruppo di aziende legate all'AI per generare sinergie". 

Come dichiarato dalla società nel documento depositato presso la Securities and Exchange Commission, il mercato a cui Arm si rivolge - i chip che contengono processori e che vengono inseriti in smartphone, personal computer, televisori, server, automobili e apparecchiature di rete - dovrebbe crescere di circa il 7% all'anno per raggiungere circa 247 miliardi di dollari entro la fine del 2025. 

Stando alle indicazioni contenute nei documenti per l’IPO di Arm, una transazione interna ad inizio agosto tra SoftBank Group e il suo Vision Fund (il veicolo di investimento che fa capo al conglomerato giapponese) ha valutato Arm 64 miliardi di dollari (Nvidia 3 anni fa aveva messo sul piatto 40 miliardi di dollari). Kirk Boodry di Astris Advisory Japan, secondo cui Arm vale circa 47 miliardi di dollari, ritiene che si tratti di una valutazione esagerata. "Una transazione infragruppo non è paragonabile a una con una terza parte", ha detto l'esperto. 

Anche se l’azienda non ha rivelato il numero di azioni in vendita né il prezzo dell'offerta, la valutazione dovrebbe essere confermata nel range 60-70 miliardi di dollari. Se inizialmente l’operazione avrebbe dovuto fruttare 8-10 miliardi, ora, stando a quanto riportato dai ben informati, questa cifra dovrebbe essere rivista al ribasso. Tramite l’IPO di Arm, Softbank dovrebbe mettere sul mercato il 10% del capitale

Particolarmente facile la scelta del simbolo che l’azione avrà sul Nasdaq: "ARM".

 

 

IPO Arm: i fattori di criticità

Ma dal prospetto di quotazione emerge una forte criticità: dalla Cina arriva quasi un quarto delle entrate di Arm, e questo potrebbe creare frizioni con l’amministrazione Biden, decisa ad incrementare le restrizioni nei confronti del Dragone. Si tratta, come evidenziato dalla stessa società, di un’esposizione che rende il fatturato "particolarmente suscettibile ai rischi economici e politici".

Inoltre, circa il 57% del fatturato arriva da cinque grandi clienti rendendo la società esposta a qualsiasi rallentamento del settore dei semiconduttori ed a cambiamenti legislativi. 

Altro elemento che indurrebbe ad una certa prudenza è legato alle vendite di smartphone che, secondo i dati elaborati dall’International Data Corporation, nel secondo trimestre sono scese del 7,8%. Non a caso, il fatturato di Arm nel Q2 ha evidenziato una riduzione da 692 a 675 milioni di dollari mentre l’utile si è quasi dimezzato a 105 milioni di dollari. 

 

 

Wall Street: le IPO dopo quella di Arm

Quella di Arm segue le IPO, ben accolte dal mercato, della catena di ristoranti Cava Group (giugno) e di Oddity Tech (luglio), società che si occupa della vendita diretta di marchi di make-up. Tra le grandi operazioni previste da qui a fine anno troviamo quella della società di consegna di generi alimentari Instacart e del produttore di scarpe Birkenstock.

 

 

 

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