Per le case automobilistiche occidentali saranno tempi duri con l'ascesa delle aziende cinesi sul fronte dei veicoli elettrici. Questo è quanto sostengono gli analisti di UBS in un rapporto che mette in risalto come produrre auto non endotermiche sia più conveniente ed economico.
Secondo lo studio, le compagnie dell'automotive occidentali perderanno oltre il 20% della loro quota di mercato entro la fine del decennio, passando dall'81% al 58%. Viceversa, i produttori cinesi raddoppieranno la loro quota al 33% nello stesso periodo.
La banca svizzera ritiene anche che le aziende cinesi non opereranno negli Stati Uniti, che attualmente è il secondo mercato automobilistico più grande del mondo dopo appunto la Cina. Non avranno successo nemmeno in Giappone, Corea del Sud e India, territori caratterizzati da una forte presenza di operatori interni, sottolineano gli analisti. A rigor di logica, saranno la terra natìa e l'Europa i mercati di sbocco per le compagnie dell'ex-Impero Celeste.
Auto elettriche: chi vince e chi perde
UBS individua subito uno dei grandi vincitori in BYD. Il marchio automobilistico più venduto in Cina ha un vantaggio di costo del 25% rispetto ai competitor statunitensi ed europei e questo gli permette di far fuori i rivali sul proprio terreno, mentre nel frattempo si sta espandendo a livello globale (
BYD: utili triplicati e record di consegne nel primo semestre 2023).
UBS rileva come la società di Shenzhen
produca il 75% dei componenti internamente, ovvero il doppio rispetto alla media, con solo il 10% dei materiali proveniente dall'estero. Questo le dà un distacco enorme in termini di risparmio di costi nella catena di approvvigionamento. Oggi BYD impiega una forza lavoro di 600 mila unità, cioè cinque volte quella di
Tesla.
Gli analisti di UBS individuano in
Volkswagen come uno dei grandi perdenti, affermando che il colosso tedesco sia il più esposto alla minaccia della Cina. "Come ex numero uno in Cina, Volkswagen è potenzialmente sulla strada dell'emarginazione e come numero uno in Europa è probabile che sia più influenzato a lungo termine dai veicoli elettrici cinesi altamente competitivi", ha scritto nel rapporto la banca d'investimento.
"Contro la nostra visione inizialmente positiva, riteniamo che VW abbia ceduto il suo vantaggio di first mover nei veicoli elettrici con l'esecuzione in aree chiave al di sotto delle nostre aspettative. I recenti cambiamenti di gestione e le azioni strategiche affrontano le ovvie sfide, ma riteniamo improbabile che VW possa resistere all'imminente avanzata cinese senza un impatto negativo sugli utili", ha continuato UBS.
E Tesla? Sicuramente il pioniere delle auto elettriche ha sofferto in questi ultimi anni l'avanzata impetuosa di BYD, che l'ha scansata dal trono di maggiore produttore di veicoli a nuova energia - elettrici puri e ibridi plug-in - e ora punta a conquistare la corona della casa automobilistica numero uno anche solo per i veicoli elettrici. UBS ritiene comunque che entro il 2030 la società con sede ad Austin, Texas, aumenterà la sua quota di mercato a livello globale dal 2% all'8%.