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Per questa casa automobilistica i dazi non sono un problema

12 apr 2025 - 09:00

C’è una casa automobilistica che non viene toccata dai dazi di Trump e che punta ad intensificare la transizione verso le nuove motorizzazioni

Mentre i dazi imposti da Donald Trump scuotono l’industria automobilistica globale, c’è un costruttore che sembra uscirne sorprendentemente indenne: Renault. Guidato da Luca de Meo, il gruppo francese non ha una presenza rilevante negli Stati Uniti ed è proprio questa la sua forza in un momento in cui produttori come Toyota, Volkswagen, Stellantis, GM e Hyundai subiscono duri contraccolpi.

“Ho vissuto molti momenti difficili come CEO di Renault, ma almeno questa volta non sono il primo a dovermi preoccupare”, ha scherzato De Meo nel corso di un’intervista rilasciata al Financial Times. 

 

 

Renault: un rilancio costruito su basi solide

Dal suo arrivo nel 2020, De Meo ha dato una scossa a Renault: ristrutturazione completata, costi ottimizzati e gamma rinnovata. Il gruppo ha scelto un approccio caratterizzato da volumi inferiori e margini più elevati. Una strategia che oggi paga, soprattutto a confronto con colossi come Stellantis o Volkswagen, in difficoltà tra Cina e Usa.

Il prossimo traguardo per De Meo è rappresentato dall’incremento della quota di elettriche dal 12% al 20% e dalla sfida a Toyota nel settore dell’ibrido europeo, dove i giapponesi dominano con il 48% contro il 20% di Renault.

“Voglio che Renault giochi le fasi finali della Champions League dell’auto. Siamo in grado di farlo”, ha detto De Meo, che punta anche sull’innovazione tecnologica e su nuove aree di business: software, finanza e servizi.

 

 

Dacia traina, ma il futuro è Ampere

A trainare i conti ci pensa ancora Dacia, con i suoi modelli termici a basso costo e con margini solidi (attualmente la divisione low cost fa il 10% di margine e punta al 15% entro il decennio). Ma il futuro passa per l’elettrico: lo stabilimento di Douai, nel nord della Francia, oggi produce solo EV. È lì che nascerà la nuova R5 E-Tech, modello chiave del rilancio elettrico del gruppo.

Le vendite di EV puri sono calate del 20% lo scorso anno, ferme al 9% del totale. In compenso, gli ibridi sono saliti del 45%, ora al 25% del mix. Renault punta a ribaltare il trend con i nuovi lanci previsti entro fine 2025, tra cui un EV a marchio Dacia e una versione più accessibile della R5.

Nel 2023 Renault ha riscritto anche il rapporto con Nissan, riducendo progressivamente la sua partecipazione: dal 43% si punta al 10%. Attualmente è al 36%, metà dei quali in un trust francese pronto per la vendita. Ma il crollo del titolo Nissan (-35% da inizio anno) e lo stop alle trattative con Honda suggeriscono prudenza.

Il nodo resta l’Europa, da cui arriva il 66% dei ricavi. Caratterizzato da prezzi di produzione in aumento ed un’economia in rallentamento, il contesto nel Vecchio continente è particolarmente sfidante. I primi segnali sono positivi: nei primi due mesi dell’anno, le vendite di EV in Europa sono salite del 28%, toccando il 15% delle nuove immatricolazioni.

“Servono più europei convinti di comprare un’auto elettrica”, ha detto De Meo. “Ma noi giochiamo per vincere, non per partecipare”.

 

 

 

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