Il colosso della moda online Shein ha ricevuto l’approvazione dalla Financial Conduct Authority (FCA) per l'IPO a Londra. Si tratta di un importante passo avanti per l’azienda, fondata in Cina e oggi con sede a Singapore.
Tuttavia, l'iter non è ancora completo, infatti manca il via libera della China Securities Regulatory Commission (CSRC), necessario per le aziende cinesi che intendono quotarsi all’estero. Shein ha recentemente notificato l’approvazione britannica alla CSRC, ma non ha ancora ottenuto una risposta ufficiale.
Il braccio di ferro tra USA e Cina potrebbe rallentare la IPO di Shein
La tempistica della quotazione in Borsa di Shein potrebbe slittare a causa delle recenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. In particolare, l’amministrazione Trump ha revocato dal 2 maggio l’esenzione "de minimis" che permetteva l’ingresso duty-free negli USA per spedizioni inferiori agli 800 dollari, un meccanismo fondamentale per il modello di business di Shein.
Il gruppo, valutato 66 miliardi di dollari nel 2023, potrebbe vedere scendere la sua valutazione IPO sotto ai 50 miliardi. L’impatto finale dipenderà da quanto inciderà la fine del regime "de minimis" sulle vendite, soprattutto negli USA, che restano il suo mercato principale.
Anche se Shein ha trasferito la sede a Singapore nel 2022, continua a produrre principalmente in Cina attraverso circa 5.800 fornitori terzi. Questo la rende soggetta alle regole del CSRC, che applica criteri di controllo basati sulla sostanza più che sulla forma. La normativa cinese coinvolge più enti, inclusi il regolatore della cybersicurezza e la Commissione per lo Sviluppo Nazionale.
Shein contro Temu: duello tra colossi del fast fashion alla vigilia dell’IPO
Oltre alle criticità regolatorie, Shein si prepara alla sua IPO in un contesto competitivo mentre affronta la rapida ascesa della rivale Temu. A differenza di Shein, che gestisce direttamente l’inventario e punta su un modello di produzione rapido basato su trend, Temu opera come marketplace con maggiore flessibilità nell’approvvigionamento.
Entrambe dipendono da fornitori cinesi, ma il modello di Temu potrebbe adattarsi meglio a eventuali restrizioni commerciali. Con Temu che potrebbe superare Shein nei ricavi, la pressione cresce proprio mentre Shein cerca di attrarre investitori, motivo per cui avrebbe scelto Londra invece di New York per la quotazione.
IPO: prevale l’incertezza dopo un avvio d’anno ricco di novità
Il recente clima di instabilità dei mercati e le incertezze legate alle politiche commerciali statunitensi stanno complicando la situazione per diverse aziende, tra cui anche Shein e Klarna, che ha recentemente sospeso i suoi piani di quotazione (Le 3 IPO da tenere d'occhio nel 2025: Stada, Klarna e Discord).
Shein aveva inizialmente puntato alla quotazione a New York, ma ha abbandonato il progetto a seguito delle critiche del Congresso USA in merito alle presunte condizioni di lavoro nella catena produttiva in Cina.