General Motors ha pubblicato risultati trimestrali migliori delle attese degli analisti, ma le azioni scendono in Borsa perché gli investitori scontano il
calo degli utili generato dai dazi del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump.
I numeri della casa automobilistica americana mettono in luce la difficoltà delle aziende del settore di mantenere i profitti in un ambiente che penalizza la catena di approvvigionamento ed evidenzia la scarsa capacità dei produttori di auto di trasferire i prezzi lungo la catena del valore ai consumatori finali.
Nella lettera agli azionisti che ha accompagnato il comunicato stampa degli utili trimestrali, l'amministratore delegato
Mary Barra ha affermato che l'azienda continua a essere leader negli Stati Uniti per quanto riguarda il settore dei camion e dei SUV full-size, mentre i 10 SUV crossover completamente nuovi o riprogettati, come Chevrolet Trax, Buick Envista e GMC Acadia, hanno fatto enormi passi avanti nel design e nella tecnologia, con conseguente crescita record della domanda e dei ricavi.
Il top manager ha sottolineato che in Cina, i veicoli di General Motors a nuova energia hanno prodotto una performance particolarmente forte, posizionando l'azienda "per un futuro redditizio e a lungo termine".
Barra ha detto anche che l'azienda continuerà a "migliorare la redditività complessiva dei veicoli elettrici per generare un free cash flow costantemente forte". Inoltre, "continueremo a guidare l'innovazione americana nel campo delle batterie, della tecnologia autonoma e del software", ha aggiunto.
General Motors: i numeri della trimestrale
Nel secondo trimestre 2025, General Motors ha prodotto vendite complessive per 47,12 miliardi di dollari, segnando un calo dell'1,77% rispetto ai 47,77 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2024. Tuttavia, il risultato ha superato le stime degli analisti, fissate a 46,28 miliardi di dollari.
Il fatturato è stato in gran parte determinato dalla vendita dei veicoli, con entrate per 42,87 miliardi di dollari. L'unità finanziaria invece ha rappresentato la parte residuale, con introiti per 4,25 miliardi di dollari.
L'azienda ha realizzato un margine operativo di 2,13 miliardi di dollari (4,52% dei ricavi), in netto calo (44,96%) rispetto ai 3,87 miliardi di dollari del secondo quarto dell'anno scorso. Il reddito netto attribuibile agli azionisti è risultato pari a 1,90 miliardi di dollari, -35,15% rispetto ai 2,93 miliardi di dollari del trimestre di giugno 2024.
L'utile per azione rettificato di 2,53 dollari, in discesa del 17,32% rispetto ai 3,06 dollari di 12 mesi prima, ha battuto però le attese del consensus di 2,44 dollari. A contribuire ai minori guadagni rispetto allo scorso anno sono state le tariffe di Trump, che hanno inciso per 1,1 miliardi di dollari, ma anche altri costi non tariffari, ammontati a 300 milioni di dollari dopo un richiamo da parte dell'azienda di 600 mila camion difettosi nel motore.
La guidance
General Motors ha mantenuto le prospettive per l'intero anno riguardo gli utili prima degli interessi e delle tasse in un intervallo compreso tra 10 e 12,5 miliardi di dollari. Si tratta di un passo avanti, dopo che la società aveva tagliato la guidance 2025 nel mese di maggio. A gennaio infatti aveva previsto un EBIT di 15,7 miliardi di dollari. L'EPS (Earning Per Share) diluito e rettificato per tutto l'anno è ora stimato tra 8,25 e 10 dollari.
La società ha anche comunicato che la decelerazione degli utili potrebbe non essere così pronunciata nella seconda metà dell'anno. In tale ambito, potrebbe compensare un terzo dei suoi 4-5 miliardi di dollari di esposizione tariffaria man mano che i suoi sforzi di mitigazione iniziano a prendere piede.