Le operazioni di M&A spesso si concretizzano con acquisizioni tuck-in, preferite rispetto alle grandi operazioni di fusione per il risparmio di tempo, denaro e burocrazia. Nella presente guida scendiamo nel dettaglio definendo innanzitutto cosa è una strategia tuck-in, i motivi per cui viene messa in piedi, cosa la differenzia rispetto a un'acquisizione bolt-on e quali sono i vantaggi e gli svantaggi che comporta.
Acquisizione tuck-in: cos'è e come funziona
Un'acquisizione tuck-in è un'operazione di M&A attraverso cui un'azienda più grande assorbe un'azienda più piccola e la integra nella sua struttura di business. La caratteristica principale di questa transazione è che la società acquisita opera spesso nello stesso settore dell'acquirente, o comunque in un settore correlato o complementare. L'obiettivo quindi è quello di rafforzare l'attività dell'azienda più grande, magari colmando alcune lacune nella sua gamma di offerta dei prodotti.
Sovente si segue questa strada perché è meno costosa e impegnativa rispetto alla creazione di un'attività da zero. Ad esempio, se una banca tradizionale non svolge attività di asset management, invece di creare una branca apposita potrebbe acquisire una società finanziaria già operativa nella gestione patrimoniale attuando una perfetta integrazione del business. In questo modo, la banca acquirente mette a disposizione la propria struttura, la clientela, la tecnologia e il capitale senza dover aprire nuove sedi, ma sfruttando un'organizzazione già collaudata. La facilità di integrazione rende la mossa vincente, perché si verifica una semplice transizione graduale di tecnologia, dipendenti e processi sfruttando le sinergie, riducendo i costi, semplificando le operazioni e rafforzando la posizione di mercato.
M&A: la differenza tra acquisizione tuck-in e bolt-on
L'acquisizione tuck-in è molto simile all'acquisizione bolt-on, tanto che spesso le due tipologie vengono confuse. In realtà c'è una differenza importante. Nell'acquisizione tuck-in, l'azienda acquisita viene totalmente assorbita dall'azienda più grande. Ciò non accade necessariamente con l'acquisizione bolt-on, dove l'entità minore può mantenere il proprio marchio. Anzi, questo è un aspetto che succede frequentemente, proprio perché il marchio dell'azienda più piccola è molto diffuso e tenerlo indipendente anche in un'integrazione può rappresentare un valore aggiunto per la società più grande.
M&A: vantaggi e svantaggi dell'acquisizione tuck-in
L'acquisizione tuck-in presenta degli indubbi vantaggi, soprattutto se viene fatto il paragone con una grande acquisizione magari in un settore diverso da quello in cui opera l'azienda acquirente. Il primo beneficio dell'operazione, come abbiamo visto, è una minore spesa e una tempistica più contenuta. A quest'ultimo riguardo, bisogna rilevare che una società più piccola normalmente è più propensa a farsi acquisire rispetto a un'azienda di pari valore, il che accorcia notevolmente i tempi della trattativa. Inoltre, le autorità di vigilanza sono più rapide nell'autorizzazione all'accordo, in quanto viene meno il pericolo di posizione dominante sul mercato che risulta dalla combinazione.
Un'acquisizione tuck-in permette di integrare il business fornendo una quantità maggiore di prodotti, ma anche di diversificarlo entrando in nuovi mercati e aree geografiche senza la necessità di aprire nuove sedi.
In terzo luogo, si crea una minore concorrenza tra gli acquirenti, viste le dimensioni contenute dell'azienda acquisita. Dulcis in fundo, vengono aumentate le possibilità di finanziamento grazie a una struttura più solida e organizzata che risulta dall'affare.
Ci sono anche dei possibili inconvenienti di cui bisogna tener conto. Uno può essere la differenza culturale tra le due aziende, che può portare alla lunga a questioni conflittuali. In secondo luogo, esiste il rischio di sopravvalutazione dell'attività acquisita, il cui onere alla fine andrà ad annullare le eventuali sinergie. Infine, si può verificare una situazione in cui i cambiamenti di mercato rendono l'acquisizione un insuccesso.