Gli azionisti di Chevron saranno contenti: la società ha annunciato l'intenzione di aumentare il piano di riacquisti di azioni proprie da 15 a 17,5 miliardi di dollari all'anno. Inoltre, sulla base delle condizioni di mercato, il programma potrebbe essere ulteriormente alzato a 20 miliardi di dollari. Tutto questo in un contesto in cui i prezzi del petrolo siano crollati di oltre il 30% da giugno 2022.
Con utili record nel 2022, la società a gennaio ha triplicato il budget per il buyback a 75 miliardi di dollari, senza che ci sia una scadenza fissa per il piano più ambizioso tra i produttori di petrolio occidentali. Solo lo scorso anno, Chevron ha restituito agli investitori 26 miliardi di dollari tra riacquisti e dividendi. "La nostra guidance è invariata poiché si prevede che gli investimenti degli affiliati diminuiranno ulteriormente lasciando spazio per futuri aumenti di Capex fino a un altro miliardo di dollari", ha detto l'amministratore delegato Mike Wirth.
Se gli azionisti stanno esultando,
l'iniziativa non farà certamente felice la Casa Bianca, che aveva criticato duramente la politica delle major energetiche di utilizzare gli extra-profitti per remunerare gli azionisti. Il governo USA piuttosto preferirebbe che le risorse venissero reinvestite nell'attività aziendale, aumentando l'offerta per ridurre i prezzi, creando posti di lavoro e soprattutto favorendo la transizione energetica. Il presidente degli Stati Uniti
Joe Biden ha considerato gli aumenti di dividendi e buyback come un'azione moralmente discutibile, visto che la crisi energetica ha messo in grande difficoltà molte famiglie e imprese.
Chevron: ecco cosa significano questi riacquisti
La mossa di Chevron rappresenta un'autentica dimostrazione di forza: il Ceo Wirth vuole dimostrare che i rendimenti promessi agli azionisti lo scorso anno, quando il petrolio si trovava a oltre 100 dollari al barile, sono sostenibili. Molti avevano messo in dubbio che la seconda più grande compagnia petrolifera americana dopo ExxonMobil fosse in grado di produrre così tanto da continuare a generare cassa per i pagamenti agli azionisti.
Questa strategia è resa possibile da una crescita produttiva del 3% annuo entro il 2027, grazie a 900 mila barili di petrolio in più al giorno estratti soprattutto nel bacino del Permiano, in Kazakistan e nel Golfo del Messico. Il bacino del Permiano rappresenterebbe la pietra angolare della crescita nel medio termine dell'azienda: la produzione in arrivo dal più grande bacino di scisto degli Stati Uniti nel 2027 potrebbe salire del 35% a 1,2 milioni di barili giornalieri .
In questo modo Chevron metterebbe a tacere anche le critiche provenienti dall'Amministrazione USA circa l'offerta di energia, ribadendo comunque che gli azionisti hanno diritto a remunerazioni più elevate dopo che per decenni hanno ottenuto rendimenti abbastanza scarsi nel mercato azionario, in particolare durante il periodo pandemico. Le azioni Chevron nel pre-market di Wall Street salgono dell'1,3%.