Chevron acquisterà il produttore americano di gas e petrolio Hess Corporation per 53 miliardi di dollari. L'accordo, che valuta l'azienda acquisita 60 miliardi di dollari compreso il debito, è stato concluso con un'offerta di 1,025 azioni Chevron per ogni azione Hess, o 171 dollari per azione. Questo implica un premio di circa il 4,9% rispetto all'ultima chiusura del titolo Hess e del 10% rispetto alla media del valore delle azioni nei 20 giorni precedenti. Come parte dell'accordo, Chevron emetterà 317 milioni di azioni.
Dopo essere passato al vaglio delle rispettive assemblee degli azionisti e delle autorità di regolamentazione, l'accordo dovrebbe concludersi entro la prima metà del 2024. Gli analisti non si aspettano grossi ostacoli dall'antitrust, se non altro per la limitata sovrapposizione degli asset delle due società. Chevron è stata assistita da Morgan Stanley ed Evercore nell'operazione, mentre Hess è stata consigliata da Goldman Sachs e JPMorgan. I consulenti legali sono stati Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison per Chevron e Wachtell, Lipton, Rosen & Katz per Hess.
La notizia è stata accolta freddamente in Borsa dagli investitori, per ora. Poco dopo l'avvio delle contrattazioni a Wall Street, le
azioni Chevron sono in calo dell'1,5%. Mentre, il
titolo Hess segna un rosso dello 0,2%.
Chevron: cosa significa l'accordo con Hess
Risponde così il secondo più grande operatore energetico americano a ExxonMobil, che all'inizio di questo mese ha comprato Pioneer Natural Resources per 64 miliardi di dollari (
Exxon Mobil: pronti 60 miliardi per l'acquisizione di Pioneer). I due colossi a stelle e strisce
puntano quindi ancora su gas e petrolio, nella convinzione che la domanda dei combustibili fossili rimarrà alta per lungo tempo. Soprattutto, stanno seguendo la direzione opposta a quella delle major europee come BP e TotalEnergies, che hanno intensificato gli investimenti nelle energie rinnovabili.
Con Hess, la produzione di Chevron è prevista aumentare di oltre il 10%. L'azienda con sede a San Ramon, California, nel secondo trimestre ha prodotto quasi 3 milioni di barili di petrolio al giorno, mentre la produzione di Hess è arrivata nello stesso periodo a 387 mila. Hess è molto attiva in Guyana dove ha una partecipazione del 30% in una società di esplorazione petrolifera di 6,6 milioni di acri. Nel luogo la produzione ha fatto un salto passando da zero prima del 2019 a una media di 260 mila barili al giorno l'anno scorso, secondo i dati forniti dall'Energy Information Administration degli Stati Uniti. Per il 2024, inoltre, si prevedono 480 mila barili al giorno. Hess è presente anche a Bakken, nel North Dakota, dove ha in corso un progetto di scisto di 465 mila acri.
Entrambe le società hanno affermato che si aspettano un risparmio dei costi di circa 1 miliardo di dollari entro un anno. In particolare, Chevron si attende un aumento delle vendite di asset e della raccolta di proventi tra i 10 e i 15 miliardi di dollari lordi fino al 2028. "La fusione creerebbe una società energetica integrata di prim'ordine", ha affermato l'Amministratore delegato di Hess, John Hess. Sul fronte dei ricchi dividendi e buyback, Chevron ha tranquillizzato gli investitori affermando che non avverrà alcuna variazione.
Il commento degli analisti
Gli analisti hanno espresso parere favorevole all'affare messo in piedi da Chevron e Hess, seppur RBC Capital Markets abbia affermato di essere rimasta sorpresa dalla tempistica. Secondo Biraj Borkhataria, analista della banca d'investimento canadese, la partecipazione offshore di Hess in Guyana rappresenta "il gioiello della corona" e ciò permetterà a Chevron di rafforzare e diversificare il portafoglio. Tuttavia, anche se nel lungo termine la notizia "sarà di buon auspicio per gli azionisti, nel breve termine potrebbe pesare sulle azioni", ha aggiunto.
Peter McNally, analista di Third Bridge Group, ha dichiarato che "il premio qui è la Guyana, che è diventato ancora più grande da quando il petrolio è stato scoperto per la prima volta meno di un decennio fa".