La brutta chiusura dei mercati dello scorso venerdì ha rinnovato le preoccupazioni degli investitori per le azioni europee. Sono diversi i fattori che stanno pesando sul sentiment degli operatori.
Gli alti rendimenti obbligazionari stanno facendo riemergere antichi timori sul debito sovrano, soprattutto per paesi come l'Italia particolarmente vulnerabili visto l'elevato indebitamento. Dopo la conferma del rating del debito italiano a "BBB" con outook stabile da parte di S&P Global Ratings di venerdì scorso, nelle prossime settimane vi sarà la serie di giudizi delle altre agenzie, alcune delle quali stanno già agitando la scure per tagliare il rating.
Moody's ha già detto che
il rating dell'Italia è a rischio e la minaccia fa paura, perché attualmente i titoli di Stato italiani si trovano appena a una tacca sopra il livello "spazzatura" con outlook negativo. Un downgrade scaraventerebbe il nostro debito agli inferi, con ripercussioni decisamente sgradevoli a livello di stabilità economica e politica (
Rating Italia: ecco il calendario di ottobre-novembre 2023).
I dati economici europei stanno facendo emergere alcune crepe, come la contrazione dei PMI e la Germania che vede la recessione. Anche i numeri della Cina, la cui economia è legata a doppio filo a quella europea, non fanno dormire sonni tranquilli. Qualche segnale di risveglio da Pechino comincia a intravedersi, con i dati sul PIL della scorsa settimana migliori delle previsioni (4,9% vs 4,4%). Tuttavia, è ancora presto per parlare di riscossa cinese e il settore immobiliare rischia di precipitare producendo effetti sismici.
Un altro grosso pericolo per il Vecchio Continente arriva dalla guerra in Medio Oriente. L'attacco di Hamas nei confronti di Israele e il conflitto che ne è derivato hanno riacceso l'incubo della crisi energetica già vissuta lo scorso anno dopo lo scoppio della guerra Russia-Ucraina. Questo sarà tanto più percepibile quanto più crescono le probabilità che il conflitto si allarghi coinvolgendo Stati molto importanti sul fronte petrolifero come l'Iran.
Rally di fine anno? Per gli strategist è no
L'ultimo trimestre dell'anno solitamente è favorevole alle azioni, anche perché coincidendo con il periodo festivo, le vendite delle aziende aumentano e le prospettive degli utili migliorano. Tuttavia, stavolta gli esperti non si attendono il classico rally di fine anno per le azioni europee.
Secondo un sondaggio di Bloomberg che ha interpellato 16 strategist,
la previsione media per l'indice Stoxx 600 è a 450 punti, poco sopra i 434,62 dell'ultima chiusura. Anche il
FTSE100 britannico è visto più o meno nella stessa posizione attuale di 7.402 punti, mentre l'Euro Stoxx 50 e il
DAX tedesco sono stimati a un rialzo inferiore al 3%.
"Con la valutazione relativa delle azioni rispetto alle obbligazioni a livelli che non si vedevano dalla grande crisi finanziaria e lo slancio degli utili in territorio negativo, ci aspettiamo che le azioni europee rimangano sotto pressione a causa di un ulteriore aumento dei rendimenti obbligazionari", ha dichiarato Roland Kaloyan, responsabile della strategia azionaria europea di Société Générale SA. L'esperto vede lo Stoxx 600 a 440 punti alla fine dell'anno e si aspetta vendite con l'inizio del 2024 a causa dell'indebolimento dell'economia europea.
A giudizio di Gerry Fowler, strategist di UBS Group AG, i risultati trimestrali potrebbero mostrare
margini delle aziende in contrazione, con un'economia in stallo. "Sempre più settori non solo stanno segnalando nuovi ordini molto deboli ma, più recentemente, anche indebolendo gli arretrati di lavoro. Questo è un segno di imminenti profit warning. Le valutazioni non possono salvare utili più deboli fino a quando non saremo più vicini ai tagli dei tassi della
BCE/
Fed a metà del 2024", ha detto.
Riguardo il rischio geopolitico, gli analisti di Barclays hanno lanciato un alert in caso di grave escalation della guerra Hamas-Israele e quindi hanno sollecitato gli investitori a considerare le coperture, tipo allocando fondi nelle aziende energetiche. "È improbabile che il premio per il rischio geopolitico scompaia rapidamente", hanno affermato confermando il target price per lo Stoxx 600 a 490 punti.