BYD: arriva in Europa l'auto elettrica low-cost, quali effetti? | Investire.biz

BYD: arriva in Europa l'auto elettrica low-cost, quali effetti?

22 mag 2024 - 15:00

22 mag 2024 - 15:14

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BYD l'anno prossimo lancerà in Europa la sua berlina economica. Ecco quale potrebbe essere l'impatto e la reazione dell'UE

Il colosso cinese delle auto elettriche BYD sta per calare l'asso in Europa facendo tremare i polsi di società come Stellantis e Renault. Il management del più grande venditore del mondo di veicoli a batteria prevede di lanciare la berlina Seagull in Europa il prossimo anno a un prezzo inferiore a 20.000 euro. L'auto presenta una serie di caratteristiche premium come un touch screen rotante e la ricarica wireless del telefono. In questo momento la vettura in Cina è venduta a meno di 10.000 dollari.
 
Il modello è un piccolo capolavoro di BYD, che è riuscita a costruire un'auto di qualità, con design e tecnologia all'avanguardia a un prezzo molto contenuto. In Messico, dove è stata introdotta a febbraio, la Seagull sta già spopolando nonostante un'infrastruttura di ricarica che presenta ancora qualche difetto. E questo potrebbe essere solo l'inizio. BYD ha intenzione di costruire degli stabilimenti in Europa, il che potrebbe in qualche modo proteggerla dai dazi che le autorità del Vecchio Continente valutano di imporre sulle auto cinesi di importazione (Il Governo corteggia BYD, ipotesi nuovo stabilimento in Italia). 
 
 

BYD: dazi in arrivo per frenare l'ascesa

Dopo aver preso il controllo del mercato cinese, BYD sta puntando sempre più alle esportazioni all'estero, il che crea non poche ansie tra le case automobilistiche e i governi locali. A inizio anno l'amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha lanciato un monito avvertendo che se non verranno erette barriere commerciali, le auto cinesi demoliranno la concorrenza. In questa direzione si sono mossi gli Stati Uniti, con il piano Biden che prevede a partire dal 1° agosto dazi di oltre il 100% sugli acquisti dei veicoli elettrici cinesi, quadruplicando le tariffe attuali del 27,5%. Ma intende muoversi anche l'Unione Europea, al termine di un'indagine sui sussidi governativi delle compagnie cinesi. Il 5 giugno la Commissione Europea dovrebbe decidere se conformarsi alle mosse degli alleati americani oppure rimanere sulle proprie posizioni.
 
Il problema è che le conseguenze di un inasprimento delle autorità europee verso la Cina sarebbero ben diverse di quelle relative alle misure americane. Il motivo è che nel mercato americano le aziende cinesi, e BYD in particolare, non hanno preso piede per via delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino. Pertanto, provvedimenti ritorsivi da parte della Cina avrebbero un impatto molto limitato. L'Europa invece è legata a doppio filo all'economia cinese. Se dal Dragone arriva una rappresaglia tariffaria come ha oggi minacciato la Camera di Commercio (dazi per il 25% sull'import di auto americane ed europee), per l'UE sarebbero dolori, specialmente in riferimento ai giganti automobilistici Mercedes-Benz Group e BMW che esportano molto in Cina.
 
La situazione è delicata e sull'argomento ha preso posizione oggi l'Amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, che ha definito l'eventuale mossa dell'Europa "una trappola". Il top manager ha avvertito che i dazi "non consentiranno alle case automobilistiche occidentali di evitare la ristrutturazione per affrontare la sfida dei produttori cinesi a basso costo". A suo avviso, tariffe più alte non farebbero altro che alimentare l'inflazione, con un potenziale impatto su vendite e produzione. "Quando si lotta contro la concorrenza per assorbire il 30% del vantaggio competitivo dei costi a favore dei cinesi, ci sono conseguenze sociali. Ma i governi europei non vogliono affrontare tale realtà in questo momento", ha detto Tavares.
 
 

Tesla continua a perdere terreno

Mentre l'avanzata di BYD appare incontenibile, Tesla annaspa. Secondo i dati rilasciati dall'Associazione europea dei costruttori di automobili (sito ACEA), la casa automobilistica con sede ad Austin ha immatricolato in Europa appena 13.951 veicoli nel mese di aprile, in calo del 2,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma soprattutto il peggior risultato da gennaio 2023. Il cattivo responso risalta ancora di più se si pensa che lo scorso mese le vendite di auto elettriche sono salite del 14%.
 
Durante l'ultimo incontro di presentazione dei risultati trimestrali, Musk ha detto di aspettarsi un secondo trimestre in termini di consegne molto migliore rispetto ai primi tre mesi dell'anno, condizionati da alcuni eventi eccezionali come le interruzioni del trasporto marittimo e l'incendio nello stabilimento tedesco. Per ora i risultati però non si vedono.
 
 

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