FSI, il fondo di Maurizio Tamagnini, è sempre più vicino alle carte del Banco BPM. Ieri il Consiglio di amministrazione del Banco BPM, “esaminate le offerte ricevute da primari operatori del settore”, ha deliberato di concedere un’esclusiva a FSI SGR, Pay Holding e BCC Pay per la costituzione di un nuovo polo nella monetica (moneta automatica, ossia l'insieme dei trattamenti elettronici, informatici e telematici necessari alla gestione dei pagamenti tramite carte e affini).
Questa esclusiva è finalizzata "alla negoziazione e alla definizione dei termini e delle condizioni di una potenziale partnership nei settori dell’issuing e dell’acquiring, con contestuale attivazione di una joint venture, nel cui capitale la Banca potrà entrare con una quota significativa”. Gli operatori ragionano su una valorizzazione del business della monetica compreso tra i 500 e 600 milioni. Vediamo i dettagli dell’operazione annunciata dal Banco BPM.
Banco BPM punta su un polo dei pagamenti tutto italiano
La nuova partnership potrà portare alla creazione del secondo operatore nazionale per dimensioni, “interamente controllato -precisa la nota- da istituzioni Italiane”, al quale Banco BPM intende conferire le proprie attività nel business della monetica, con riconoscimento di un corrispettivo misto per cassa e in azioni comportante benefici anche in termini di capitale.
Con la precisazione che richiama l'italianità del nuovo progetto è chiaro l’intento di preservare la nuova infrastruttura da mire straniere (con particolare riferimento all’interesse del colosso francese Worldline).
Inoltre, continua la nota, “è prevista la sottoscrizione di un accordo distributivo che permetterà alla Banca di preservare i livelli commissionali running (circa 140 milioni di euro nel 2022) e di sfruttare tutto il potenziale di valorizzazione – quantificabile in oltre 2 Miliardi di Euro in termini di NPV (Net Present Value, il valore corrente di un investimento, ndr)– in un settore ad alto potenziale di crescita in termini di volumi e di ricavi”.
Il Consiglio di amministrazione dell’istituto veronese ha quindi conferito mandato all’Amministratore delegato del Banco BPM, Giuseppe Castagna, per negoziare i termini e le condizioni della potenziale operazione e di procedere all’eventuale sottoscrizione di un accordo quadro di natura vincolante.
FSI-Banco BPM: rapporti sempre più stretti
Il fondo di Tamagnini finora ha investito circa un miliardo di euro nel settore fintech ed è presente nella monetica con BCC Pay, nei system integrator con Lynx e nel core banking con Cedacri.
La riprova del feeling tra FSI ed il Banco BPM arriva anche dal recente investimento in Anima Holding (Anima Holding: ecco come è composto l’azionariato della società) di cui il Banco è il primo azionista.
Con il FTSE Mib in rialzo di quasi un punto percentuale, le azioni Banco BPM registrano un +1,69% portandosi a 4,391 euro mentre il titolo Nexi, che era tra le pretendenti e che vede nascere un polo della monetica concorrente, scende dello 0,66% a 7,512 euro.