AstraZeneca quoterà direttamente le sue azioni negli Stati Uniti. Il piano del management sarà posto al voto degli azionisti il 3 novembre. Se approvato, l'azienda farmaceutica britannica dovrebbe far debuttare le sue azioni il 2 febbraio 2026, uscendo dalla struttura delle
ADR, attraverso la quale è presente a Wall Street dal 2020.
Ma niente paura, AstraZeneca non lascerà la Borsa di Londra, ha affermato l'azienda. Gli investitori britannici quindi possono tirare un sospiro di sollievo, dopo che alcune indiscrezioni giornalistiche avevano suggerito che il secondo più grande titolo del FTSE 100 dopo HSBC starebbe valutando la possibilità di abbandonare la quotazione londinese per prendere la direzione statunitense.
AstraZeneca: uno smacco per la Borsa di Londra?
Anche se le azioni londinesi continueranno ad essere quotate, l'aggiunta dei titoli statunitensi potrebbe comunque essere uno smacco, secondo alcuni osservatori di mercato. Da diversi anni, parecchie società quotate al London Stock Exchange hanno preferito sganciarsi dal mercato britannico per approdare su una piazza molto più liquida, che garantisce l'accesso a capitali "più profondi" e soprattutto che mette nelle condizioni di ottenere valutazioni più elevate.
In questo caso non c'è un trasferimento, ma solo un'aggiunta. Ciò non toglie che il mercato potrebbe vedere la mossa come un primo passo per abbandonare madre patria, mentre gli investitori si concentreranno maggiormente su Wall Street.
Secondo Mark Kelly, Amministratore delegato della società di consulenza aziendale MKP Advisors, "aziende come AstraZeneca hanno cercato modi per spostare l'equilibrio delle loro quotazioni da Londra verso gli Stati Uniti, mantenendo una parvenza di diplomazia". Questo significa un "nuovo colpo per il mercato londinese: un trasferimento sottilmente velato di liquidità a New York e probabilmente l'inizio di un'uscita clandestina dal Regno Unito", ha aggiunto.
AstraZeneca: i motivi della quotazione a Wall Street
Nella presentazione della revisione aziendale, il CEO di AstraZeneca Pascal Soriot ha affermato che l'obiettivo dell'azienda è quello di "ampliare il pool di investitori nella società, in particolare tra gli istituzionali e al dettaglio nazionali statunitensi". Le ricevute di deposito americane non garantiscono l'attrattività, e quindi il livello di liquidità, delle azioni dirette.
Il presidente di AstraZeneca, Michel Demare, ha dichiarato che la proposta di "struttura di quotazione armonizzata" sosterrà la strategia di crescita a lungo termine dell'azienda. "L'abilitazione di una struttura di quotazione globale ci consentirà di raggiungere un mix più ampio di investitori globali".
Secondo i dati LSEG, attualmente l'azionariato proveniente dal Nord America rappresenta quasi il 22% del capitale sociale di AstraZeneca. Tra l'altro, la strategia potrebbe essere un modo per rabbonire il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha annunciato dazi del 100% sui farmaci importati.
La Big Pharma con sede a Cambridge si è impegnata a investire fino a 50 miliardi di dollari in produzione e ricerca e sviluppo negli Stati Uniti entro la fine del decennio. Inoltre, intende tagliare alcuni prezzi dei farmaci negli USA, come desiderato da Trump. D'altronde, quello americano è un mercato chiave per l'azienda, rappresentando oltre il 40% delle entrate nel 2024. Contestualmente, AstraZeneca ha sospeso un investimento da 200 milioni di sterline in ricerca e sviluppo a Cambridge, citando un "difficile contesto imprenditoriale".
Secondo Sean Conroy, analista di Shore Capital, "l'avvicinamento di AstraZeneca agli Stati Uniti, mentre sospende gli investimenti nel Regno Unito, dovrebbe essere visto sullo sfondo della politica di Trump di tagliare i prezzi dei farmaci". Riguardo gli effetti della quotazione, a suo avviso "AstraZeneca potrebbe essere in grado di raccogliere più investimenti dai fondi indicizzati".