Apple: la sua grande forza in 7 punti | Investire.biz

Apple: la sua grande forza in 7 punti

28 nov 2024 - 14:00

Cos'è che rende Apple così forte rispetto alla concorrenza? Scopriamolo analizzando alcuni dei principali indici economici e finanziari risultanti dal bilancio

Per molto tempo Apple è stata la società più capitalizzata del mondo, prima di venire scalzata dalla strepitosa ascesa di Nvidia. La società ha una forza attrattiva verso gli investitori a dir poco straordinaria, al punto che un totem della finanza come Warren Buffett l'ha inserita come prima scelta nel portafoglio di investimento di Berkshire Hathaway.
 
L'imponenza del colosso di Cupertino può essere sintetizzata dal fatto che tra sé e la concorrenza ha scavato un solco, fondato su un brand che la rende unica nel settore. Questo le consente di determinare i prezzi e dettare le regole nei confronti dei fornitori, facendo leva su un ecosistema chiuso e sulla capacità di innovare e rendere il prodotto commerciabile come pochi. 
 
 

Apple: i vantaggi sui competitor in numeri

Andiamo a vedere in termini numerici lo stato di salute dell'azienda, facendo un confronto con i principali concorrenti. Al riguardo, occorrono un paio di precisazioni.
 
Innanzitutto, Apple è nata nel 1976 come un produttore di computer, ma oggi il suo raggio di azione è notevolmente cresciuto (Apple: origine, storia e sviluppo del colosso dell'iPhone). Oltre la metà delle sue entrate deriva dall'iPhone; un quarto da una serie infinita di servizi, che vanno dallo streaming TV ai pagamenti finanziari, all'icloud, al fitness, alle notizie, ai libri e a molto altro; il resto è distribuito tra il Mac, l'iPad e i prodotti indossabili come gli AirPods o la Smart Watch. Stando all'ultimo bilancio fiscale che per Apple si è chiuso il 30 settembre 2024, le vendite totali dell'azienda di 391,04 miliardi di dollari sono così distribuite:
  • iPhone 201,18 miliardi di dollari (51,44%);
  • Servizi 96,17 miliardi di dollari (24,59%);
  • Indossabili, prodotti per la casa e accessori 37 miliardi di dollari (9,46%);
  • Mac 29,98 miliardi di dollari (7,67%);
  • iPad 26,69 miliardi di dollari (6,83%).
Questa precisazione è importante perché, dato che l'azienda opera in vari comparti della tecnologia, il confronto con la concorrenza non può essere fatto se non per singolo segmento di business. In questo caso, prendiamo a riferimento il prodotto di punta di Apple, l'iPhone, e facciamo il raffronto con i più grandi operatori mondiali del mercato dello smartphone.
 
Un'ulteriore premessa riguarda il fatto che l'esercizio fiscale di Apple inizia il 1° ottobre di ogni anno e si conclude il 30 settembre dell'anno successivo. Pertanto, per poter fare un giusto paragone, dobbiamo attenerci non all'ultimo anno fiscale 2024 di Apple, ma all'anno fiscale 2023. Questo in quanto il più recente bilancio dei competitor disponibile è quello al 31 dicembre 2023.
 
Nel mercato degli smartphone, alla fine dello scorso anno, Apple primeggiava nelle quote di mercato. Secondo i dati forniti da IDC Worldline, ecco i primi 5 venditori mondiali di smartphone:
  • Apple, con 234,6 milioni di spedizioni e una quota del 20,1% (+3,7% a/a);
  • Samsung, con 226,6 milioni di spedizioni e una quota del 19,4% (-13,6% a/a);
  • Xiaomi, con 145,9 milioni di spedizioni e una quota del 12,5% (-4,7% a/a);
  • OPPO, con 103,1 milioni di spedizioni e una quota dell'8,8% (-9,9% a/a);
  • Transsion, con 94,9 milioni di spedizioni e una quota dell'8,1% (+30,8% a/a).

Insieme, il gruppo rappresentava quasi il 70% del mercato globale degli smartphone, che ha contato nel 2023 circa 1,17 miliardi di unità consegnate.

Redditività netta
 
La redditività netta è il rapporto tra l'utile netto e il totale dei ricavi di un'azienda. In sostanza, esprime quanto una società guadagna dalla sua attività complessiva una volta che dalle sue vendite sottrae tutti i costi e le tasse. Nell'esercizio 2023, Apple ha conseguito una redditività netta del 25,21%, nettamente superiore a quella dei rivali più forti (Samsung 5,98% e Xiaomi 6,44%). Tuttavia, nell'esercizio fiscale 2024, c'è stata una contrazione al 23,97%.
 
ROE
 
Il ROE è una misura molto importante per valutare i ritorni degli investimenti in una società. Il parametro rapporta l'utile netto al patrimonio netto. Quest'ultimo è costituito prevalentemente dal capitale sociale, dalle riserve e dagli utili trattenuti in azienda, quindi non distribuiti agli azionisti come dividendi o buyback. Il ROE di Apple è imparagonabile con quello dei competitor (156,07% vs. 4,26% Samsung e 10,63% Xiaomi). C'è però un'osservazione importante da fare.
 
Apple ha realizzato nel 2023 utili netti per 97 miliardi di dollari e ha pagato dividendi per poco più di 15 miliardi di dollari; il resto lo ha reinvestito nell'azienda. Tuttavia, secondo il piano di buyback, ha anche sborsato circa 77,5 miliardi di dollari. In sostanza, le riserve derivanti dagli utili sono state impiegate. Samsung ha registrato oltre 265 milioni di dollari di profitti trattenuti su un total equity di oltre 278 milioni di dollari. Allo stesso modo, il patrimonio netto di Xiaomi è quasi costituito dalle riserve, che ammontano a circa 23 milioni di dollari.
 
In pratica, il patrimonio netto di Apple risulta molto più esiguo in rapporto all'utile e il ROE di conseguenza diventa molto più consistente. Se si escludesse il buyback, Apple avrebbe un ROE di quasi 70 punti percentuali, che rimane comunque una cifra enorme.
 
EPS
 
L'EPS è il rapporto tra l'utile netto e il totale delle azioni in circolazione. Lo scorso anno Apple ha prodotto un guadagno per azione di 6,16 dollari, molto più alto di quello di Samsung di 1,63 e di Xiaomi di 0,1.
 
Redditività lorda
 
La redditività lorda consiste nel rapporto tra il margine lordo e il totale dei ricavi. È una misura per verificare se nelle sue operazioni primarie, l'azienda sta guadagnando. In pratica, nella realizzazione dell'iPhone, cosa rimane a Apple dalle vendite una volta tolto il costo per produrlo legato a tutte le componenti e all'assemblaggio. La società americana ha avuto una redditività lorda nel 2023 del 44,13%, a fronte del 30,34% di Samsung e del 21,22% di Xiaomi.
 
Redditività operativa
 
La redditività operativa esprime il guadagno di un'azienda nella sua gestione operativa, quindi considerando oltre i costi di produzione, anche quelle generali, amministrative, di vendita e di ricerca e sviluppo.
 
Il calcolo viene effettuato rapportando il margine operativo ai ricavi totali. Per Apple la redditività operativa è stata nel 2023 del 29,82%, mentre per Samsung e Xiaomi rispettivamente del 2,54% e del 7,39%. La differenza tra la redditività lorda e la redditività operativa in Apple è molto meno marcata che in Samsung e Xiaomi. La ragione sta nel fatto che Apple riesce a contenere le spese amministrative e di marketing in maniera nettamente più rilevante rispetto ai rivali.
 
Free cash flow
 
Il free cash flow è un'altra misura chiave per valutare lo stato di salute di un'azienda, perché esprime la capacità di generare denaro liquido dalla sua attività operativa. Il calcolo avviene sottraendo dalla liquidità determinata dalle attività operative gli investimenti negli impianti, nei macchinari, nelle attrezzature, ecc. dell'azienda. Tali investimenti rappresentano le spese in conto capitale o Capex.
 
Apple ha prodotto lo scorso anno un free cash flow di 99,58 miliardi di dollari, che le ha permesso di pagare 15,03 miliardi di dollari di dividendi e 77,55 miliardi di buyback, nonché di ridurre il debito di 11,15 miliardi di dollari. Samsung a confronto ha bruciato liquidità, registrando un free cash flow negativo per 10,24 miliardi di dollari.
 
Non è sempre detto che un free cash flow negativo sia un segnale di cattivo stato di salute di un'azienda. Può darsi anche che la società decida di investire molto nella crescita e quindi spende di più rispetto a quanto in un determinato anno il business ha generato. Nel caso specifico, Samsung ha realizzato una liquidità di 33,79 miliardi di dollari dalla gestione operativa e ha speso in conto capitale 44,03 miliardi di dollari. Ciò però non le ha impedito di pagare dividendi per 7,55 miliardi di dollari e di ridurre il debito di 930 milioni di dollari.
 
Leva finanziaria
 
Quanto un'azienda ricorre al debito per sostenere la sua attività? La leva finanziaria dà una risposta a tale quesito. Essa può essere misurata dividendo le passività totali (debiti a breve + debiti a medio/lungo termine) ai mezzi propri (capitale sociale + riserve + utili trattenuti). Un valore inferiore al 100% significa che l'azienda è in grado di coprire con i propri mezzi tutti debiti e quindi gode di buona salute.
 
Ovviamente quanto più la percentuale sale, tanto più la situazione desta preoccupazione. Apple ha una leva finanziaria del 467%, enormemente più elevata rispetto a solo il 25% di Samsung e al 97% di Xiaomi. Questo risultato però non deve ingannare. Ci sono due fattori che lo determinano: i corposi piani di buyback dell'azienda di Cupertino che hanno ridotto il patrimonio netto, e l'incremento dei finanziamenti di lungo termine durante il periodo pandemico in cui i tassi di interesse erano molto bassi.
 
In realtà, Apple dispone di tanta di quella liquidità sotto forma di denaro cash e di asset facilmente liquidabili che non ha alcun problema a coprire i suoi debiti.
 
 
 

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