L’offerta di UniCredit per il Banco BPM si conferma sotto i riflettori. Non concordato, ha tenuto a precisare il board di Piazza Meda, lo scambio proposto dall’istituto guidato da Andrea Orcel, prevede un corrispettivo in azioni che incorpora un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di BBPM del 22 novembre (+15% rispetto al valore cosiddetto "undisturbed" del 6 novembre).
“Tali condizioni - ha riferito il Cda del Banco BPM - risultano del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia, e, nell’opinione del Consiglio di amministrazione, non riflettono in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco BPM; tale potenziale è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato”.
Offerta UniCredit - Banco BPM: fin dove si spingerà Orcel
Un'offerta pubblica quasi senza premio rappresenta un'anomalia per il mercato italiano. Nel 2020 il deal Intesa Sanpaolo-Ubi Banca prevedeva una maggiorazione del 27,6% mentre il Crédit Agricole riconobbe un premio del 21,4% per il Credito Valtellinese (ed entrambe le offerte furono ritoccate al rialzo). Più basso, 8,5%, il premio dello stesso Banco nel caso dell’offerta su Anima.
La sensazione è che Orcel si sia tenuto “stretto” per due ordini di ragioni: da un lato la copertura degli NPL dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna è inferiore a quella di UniCredit, e nei prossimi anni questo potrebbe rappresentare un fattore di un certo peso, e dall’altro potrebbe aver voluto tastare il terreno in vista di un possibile rilancio. Non a caso, anche oggi le azioni Banco BPM segnano un rialzo che le porta a sfidare la resistenza statica situata in area 7 euro (+0,75% a 6,984 euro).
A questo punto la domanda cruciale è: fin dove si spingerà la banca scalatrice? Per Equita il titolo Banco BPM vale almeno 7,6 euro mentre per gli analisti di Barclays occorre salire a 8,5 euro. Decisamente più ottimista il “fair value” calcolato dalla piattaforma Forecaster.biz che, fissato a 16,07 euro, è di circa 130 punti percentuali superiore ai livelli attuali.
E se arrivasse lo stop del governo?
Un altro elemento cruciale da considerare è l'applicazione della normativa sul “Golden Power”, la legge che consente all'esecutivo di esercitare un controllo su operazioni che coinvolgono asset strategici, da parte del governo italiano. Importanti esponenti della maggioranza hanno definito UniCredit “una banca straniera” poiché il primo azionista di questa public company è BlackRock con il 7% del capitale.
L'applicazione rigorosa del Golden Power potrebbe comportare richieste di garanzie sul mantenimento della sede legale in Italia e sull'impiego del risparmio raccolto nel Paese. Inoltre, il piano industriale della nuova entità risultante dalla fusione sarà scrutinato per valutare la sostenibilità e l'impatto occupazionale dell'operazione.
I paletti dell’esecutivo sono in netto contrasto con la levata di scudi che aveva accompagnato la contrarietà del governo tedesco all'acquisizione di Commerzbank da parte della stessa UniCredit. Allora si parlò di un’indebita ingerenza governativa mentre questa volta ad essere richiamato è un presunto interesse nazionale (o locale?).