Le elezioni italiane sono ormai alle porte. Quella appena iniziata è l'ultima settimana di campagna elettorale per tentare di raccogliere consenso tra gli elettori italiani. I sondaggi fin qui realizzati dai principali organismi di ricerca hanno dato praticamente per certa la vittoria della coalizione di centro-destra, con Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia candidata a diventare il prossimo Presidente del Consiglio. Il distacco rispetto allo schieramento di centro-sinistra è troppo marcato per pensare a clamorosi colpi di scena, quindi gli investitori ormai si stanno preparando psicologicamente all'affermazione di una forza politica nuova, che sarà densa di significato per i mercati.
Infatti, nel nostro Paese una coalizione di Governo che ha visto la destra tradizionale come primo partito non c'è mai stata; pertanto, questa è l'occasione per vedere come il mondo della finanza accoglierà una tale ventata di novità. Le sfide che Meloni e i suoi dovranno affrontare però sono estremamente difficili in questo contesto storico, con una crisi energetica e un'inflazione che stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Sono almeno 5 i punti chiave che dovranno essere osservati, vediamoli di seguito.
La reazione dei mercati
I nervi degli investitori in questo momento sono molto tesi, per altre questioni che esulano dalla politica in senso stretto. I tassi d'interesse in costante aumento e una recessione in arrivo mettono pressione alle azioni e ai titoli di Stato. Nel breve periodo una vittoria del centro-destra potrebbe anche non avere un grande effetto, ma a mano a mano che va avanti l'esecutivo ci saranno alcuni campi minati che dovranno essere disinnescati.
Ad esempio, come sarà la legge di bilancio per il 2023 in tema di tassazione e spesa pensionistica? Se, come è delineato nel programma della coalizione, si dovesse seguire la strada della flat tax e del "quota 41" per le pensioni, potrebbe infiammarsi lo scontro con l'Europa, mettendo in agitazione i mercati.
Il PNRR
A dicembre dall'Unione Europea dovrebbe arrivare la tranche da 19 miliardi di euro in base al Piano di Ripresa e Resilienza. Tuttavia, entro quella data l'Italia dovrebbe raggiungere 55 nuovi obiettivi concordati con Bruxelles. Fratelli d'Italia ha detto che intende attenersi alle regole per avere accesso al piano, ma allo stesso tempo non ha fatto mistero di voler modificare il programma del fondo alla luce della crisi energetica che sta attraversando il Paese.
Il debito italiano
Questo sarà probabilmente il
vero grande banco di prova per il nuovo Governo. Il debito pubblico italiano ha superato il 150% rispetto al PIL, raggiungendo in assoluto una cifra monstre di oltre 2.770 miliardi euro, che rappresenta il record assoluto, in base agli ultimi dati rilasciati dalla
Banca d'Italia.
Forti preoccupazioni arrivano dall'
aumento dei tassi d'interesse della Banca Centrale Europea, che fa crescere il rendimento dei titoli di Stato, pesando in maniera considerevole sugli oneri del debito pubblico. Con rendimenti dei BTP a 10 anni al 4% adesso è già un grosso problema, viste le cifre di cui si parla. Se i rendimenti dovessero salire, la questione potrebbe diventare enorme e di difficile soluzione.
La scudo anti-frammentazione
La BCE ha garantito una certa protezione dalla volatilità degli spread attraverso lo
scudo anti-frammentazione, denominato Transmission Protection Instrument. L'Italia è il Paese più a rischio e quindi potrebbe dover ricorrere all'utilizzo dello strumento se le cose si dovessero mettere male. Nel contempo però dovrebbe sottoporsi ad alcune regole di sorveglianza e rispettare determinate direttive di bilancio imposte dall'Europa. Sarà disposto il Governo di centro-destra ad accettare tali condizioni? Il punto è che potrebbero esserci dei contrasti con l'UE prima di piegarsi all'evidenza dei mercati. Nel frattempo le tensioni potrebbero spingere in alto lo spread con i Bund tedeschi e quindi pesare un abisso sul debito pubblico.
Le banche italiane
Il pericolo per le banche italiane oggi è diverso da quello di qualche anno fa. Quando si formò il Governo giallo-verde in Italia, rappresentato dai partiti populisti Lega e Movimento 5 Stelle, le banche erano meno capitalizzate e più esposte agli stress di mercato. Oggi sembrano più solide, anche grazie ad alcune operazioni straordinarie di patrimonializzazione. Ciò dovrebbe garantire una certa stabilità di fondo in caso di tensioni. Tuttavia, esistono dei rischi determinati dalla recessione e dalle prospettive economiche, probabilmente indipendenti di base dalla formazione di un nuovo Governo, ma che potrebbero essere esacerbati da politiche sbagliate.