Guido Carli: chi era l'ex Governatore di Bankitalia | Investire.biz

Guido Carli: chi era l'ex Governatore di Bankitalia

28 mar 2021 - 09:00

30 nov 2022 - 21:11

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Il 28 marzo 1914 nasceva Guido Carli. Ex Governatore di Bankitalia, salvò la Lira dalla crisi degli anni '60. A 107 anni dalla nascita, vediamo la sua storia e carriera

Guido Carli è stato un grande personaggio nel mondo politico, economico e finanziario dell'Italia del Dopoguerra. Ha avuto ruoli come dirigente di enti pubblici, nella politica italiana e soprattutto ha ricoperto la carica di Governatore della  Banca d'Italia dal 1960 al 1975 e di Ministro del Tesoro dal 1989 al 1992. Di lui si ricordano alcune gesta importanti, come le posizioni prese durante la crisi che travolse la Lira italiana nel biennio 1963-64.

 

Guido Carli: biografia

Guido Carli nacque a Brescia il 28 marzo 1914 da Filippo Carli ed Egina Chiaretti. Suo padre era un soggetto molto in vista in quel periodo in quanto, oltre ad svolgere la funzione di insegnante di Sociologia ed Economia Politica all'Università, era un convinto sindacalista nonché esponente del Partito Nazionale Fascista.Guido seguì le orme del padre scrivendo alcuni saggi sulle riviste fasciste, pur non essendo un militante del partito e, anzi, contestando in più occasioni la politica economica del Fascismo.

Subito dopo essersi laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Padova fu assunto dall' IRI nel 1937 dove esercitò il ruolo di funzionario. Successivamente entrò nel board esecutivo del  Fondo Monetario Internazionale ma l'esperienza fu di breve durata. Tuttavia si distinse per aver negoziato la fissazione della parità della Lira dopo il conflitto.

Il salto di qualità lo fece nel 1953 quando divenne Presidente del Mediocredito, dove rimase fino al 1956. L'anno successivo fu nominato Ministro del Commercio con l'Estero dal Governo Zoli e, subito dopo il mandato conclusosi a luglio del 1958, diventò Presidente di Crediop la cui carica durò da gennaio del 1959 ad agosto del 1960.

 

Guido Carli: l'esperienza in Bankitalia

Conclusasi l'esperienza nell'istituto di credito romano approdò in Bankitalia, dapprima come direttore generale e poi, nell'agosto 1960, come Governatore in sostituzione di Donato Menichella. Fin da subito Carli fu chiamato a una sfida molto importante: gestire le fluttuazioni della Lira che agli inizi degli anni '60 destabilizzarono il mercato valutario.

La moneta italiana si trovava sotto attacco speculativo, così l'inquilino di Via Nazionale, che aveva da subito sostenuto una maggiore concertazione tra le Banche centrali, si recò a Washington con lo scopo di ottenere un prestito di 600 milioni di dollari dalla  Federal Reserve, oltre che un impegno di 800 milioni dal Tesoro statunitense. La presenza del Governo USA convinse anche la  Bank of England a mettere a disposizione i suoi fondi.

Questo comportava che complessivamente il numero uno di Palazzo Koch poteva contare su un bazooka di 1,275 miliardi di dollari, quanto bastò perché le speculazioni sul mercato valutario magicamente si placassero. Da allora Guido Carli passò alla storia come il salvatore della Lira, grazie alla sua autorevolezza e alla sua capacità decisionale.

Alla guida della Banca d'Italia rimase per circa 15 anni, quando il 18 agosto 1975 rassegnò le sue dimissioni cedendo lo scettro a Paolo Baffi, che comunque era stato sempre un suo collaboratore.

 

Guido Carli: l'attività imprenditoriale

Ad oggi quelle dimissioni sono ancora coperte da una coltre di mistero. Probabilmente Guido Carli fu mosso dallo stimolo di indirizzarsi verso l'attività imprenditoriale. Nel 1976 infatti assunse la carica di Presidente di Impresit International, che faceva parte del gruppo  FIAT e proprio lo stesso anno, l'avvocato  Gianni Agnelli lo propose al vertice di Confindustria come l'uomo ideale per affrontare al meglio il travaglio economico-sociale che stava vivendo l'Italia in quel periodo.

Sotto la sua guida, l'organo rappresentante degli imprenditori cambiò decisamente strategia, fino ad allora improntata sul protezionismo. Da quel momento infatti si intraprese un percorso volto a stimolare la concorrenza leale tra i produttori interni e gli esportatori, così come tra il pubblico e il privato. Per raggiungere l'obiettivo, Carli propose anche che si facesse una legge che regolamentasse la concorrenza, con la nascita contestuale di un'Autorità che vigilasse.

 

Guido Carli: gli anni della politica

Dopo aver esercitato la funzione di Presidente di Confindustria dal 1976 al 1980, Guido Carli si candidò e fu eletto per la Democrazia Cristiana come senatore nel 1983 e nel 1987. Il 22 luglio 1989 il Capo del Governo Giulio Andreotti lo nominò alla guida del Ministero del Tesoro dove rimase in attività fino al 24 luglio 1992, essendo uno dei firmatari del  Trattato di Maastricht.

La sua presenza in Europa fu decisiva per l'Italia perché il suo rappresentante riuscì ad ottenere un risultato molto importante, ovvero la clausola di convergenza graduale riguardo al parametro del 60% del rapporto Debito pubblico/PIL. Infatti, l'Italia non avrebbe potuto far parte dell'Unione Europea se il criterio fosse stato stabilito in maniera rigida, poiché il nostro Paese superava abbondantemente il tetto.

Per convincere gli altri Stati, Carli si rese promotore della privatizzazione delle banche, con la trasformazione delle stesse da fondazioni a società per azioni. I Governi successivi poi misero in pratica l'intento del Ministro bresciano.

La sua carriera politica si chiuse praticamente lì, in quanto nelle successive elezioni nazionali non riuscì ad ottenere l'accesso a Palazzo Madama. Guido Carli si spense a Spoleto il 23 aprile 1993 all'età di 79 anni.

 

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