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Secondo uno studio di JP Morgan i fondi pensione e sovrani potrebbero in questo trimestre vendere azioni per 200 miliardi nell'ottica di asset allocation;
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Altri fattori possono influenzare il corso delle azioni nel breve periodo tra cui le elezioni americane;
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La FED mantiene i tassi a zero fino al 2023 e questo potrebbe rappresentare un supporto importante per il mercato azionario
I mercati azionari potrebbero crollare. Questo è il monito lanciato dagli analisti di JP Morgan Chase. In base a uno studio realizzato dalla banca d'affari americana, i fondi pensione e sovrani sono pronti a vendere 200 miliardi di dollari di azioni che hanno in portafoglio dopo i rialzi di questi mesi, con lo scopo di riequilibrare gli assets.
I fondi presi a riferimento sarebbero quelli pensionistici americani, il fondo sovrano giapponese e il fondo petrolifero norvegese. In realtà secondo gli strategist si tratta di un semplice ribilanciamento da asset allocation, come avviene sistematicamente ad ogni trimestre. E in questo ultimo scorcio del 2020 potrebbe avvenire l'aggiustamento visto e considerato che il rendimento dell'azionariato globale nell'anno si aggira intorno al 10%, mentre i rendimenti a reddito fisso sono stati molto inferiori.
Azioni: pandemia e elezioni USA innervosiscono investitori
La necessità fisiologica di modificare l'assetto di portafoglio non è ovviamente l'unica ragione per cui le azioni potrebbero subire uno scossone. Dietro la scelta dei fondi vi possono essere delle ragioni legate alla situazione particolare che vive l'economia globale. La ripresa economica è instabile perché interconnessa con delle variabili che non sono del tutto sotto controllo, come l'evoluzione della pandemia e la capacità degli scienziati di trovare un antidoto, così come l'abilità dei Governi di lenirne gli effetti.
Sullo sfondo ci sono le elezioni americane che turbano gli investitori. I sondaggi dell'ultimissima ora hanno ribaltato le previsioni, con Donald Trump in vantaggio su Joe Biden, seppur di poco. Ad ogni modo il mercato sembra stia scontando l'incertezza dell'esito elettorale. Una vittoria di Joe Biden darebbe sicuramente una maggiore stabilità politica soprattutto nei rapporti internazionali dell'America con l'Europa e la Cina. D'altro canto però il mercato teme che un atteggiamento più oltranzista in tema di tasse da parte del leader democratico possa rappresentare uno spauracchio che solitamente viene mal tollerato dagli investitori. Donald Trump da questo punto di vista assicurerebbe una maggiore continuità con il passato per un approccio fiscale più flessibile verso le famiglie e le imprese, con ovvi riflessi positivi sulle società quotate.
Azioni: tassi FED bassi fino a 2023, assist di lungo per azioni
La FED reciterà come sempre un ruolo di primaria importanza. Ieri durante la conferenza stampa che termina la consueta riunione mensile del FOMC, Jerome Powell ha fatto sapere che per i prossimi 3 anni i tassi d'interesse saranno mantenuti tra lo 0% e lo 0,25%. Questa è una notizia importante per i mercati azionari, perché comunque rilancia gli investimenti a rischio.
La politica monetaria della FED presumibilmente viaggerà di pari passo con il corso della pandemia. Quindi visto anche l'atteggiamento della Banca Centrale in questi mesi, tutto lascia pensare che quest'ultima sarà pronta ad intervenire puntualmente per sostenere l'economia e per ristabilire equilibrio nei mercati.
Grazie anche a questa convinzione, nel medio-lungo periodo gli esperti di JP Morgan mantengono una view ottimistica per le azioni. Anzi, se dovessero configurarsi gli scenari ribassisti nelle prossime settimane, ciò rappresenterebbe un'opportunità per gli operatori per acquistare a sconto.