Dopo la chiusura di Wall Street di ieri, la giornata di contrattazione di oggi sembra essere intenzionata ad iniziare con un pesante crollo delle azioni Tesla, che nel premarket stanno mettendo a segno un ribasso del 13,37%. A spingere le vendite sul titolo, che se dovesse aprire a 362,43 dollari avrebbe perso il 27,82% in sole cinque sedute, sono le
notizie relative alla questione dell’inclusione all’interno dell’indice di Borsa più importante degli USA: l’S&P 500.
Azioni Tesla: il motivo del crollo
Lo scorso luglio Tesla aveva pubblicato i
conti del 2° trimestre 2020 sorprendendo gli analisti e registrando il
quarto trimestre consecutivo in utile. Questo evento aveva permesso agli investitori di pensare ad un’inclusione della società guidata da
Elon Musk all’interno dell’S&P 500.
Un evento del genere avrebbe infatti permesso agli investitori istituzionali di aggiungere il titolo ai loro portafogli. Così non è stato. L’S&P Dow Jones Indices ha infatti annunciato che ad entrare nel principale paniere a stelle e strisce saranno l’azienda di e-commerce
Etsy, la società di semiconduttori
Teradyne e la compagnia medica
Catalent.
Queste tre azioni sostituiranno H&R Block, Coty e Kohl’s Corp. Secondo alcuni analisti, la decisione potrebbe essere dovuta ad alcuni
dubbi sulle metriche di profittabilità e sulle previsioni incerte per l’intero anno. A penalizzare le azioni Tesla sono anche le recenti decisioni societarie di
vendere 5 miliardi di azioni e la scelta di tagliare la partecipazione nel capitale di Baillie Gifford & Co, secondo azionista dell’azienda.
Il fondo di investimento scozzese è passato dal detenere una quota del 7,67% a fine febbraio a una del 4,25%. Le intenzioni dell’istituzionale sono però quelle di rimanere un azionista rilevante, mettendo sul tavolo l’ipotesi di comprare ancora azioni Tesla nel caso in cui i prezzi dovessero scendere.
Azioni Tesla: analisi tecnica e strategie operative
Da un punto di vista grafico, i recenti ribassi hanno permesso alle azioni Tesla di annullare la violazione della linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 4 febbraio e 13 luglio 2020. Ad innescare la discesa è stato il
pattern di Dark Cloud Cover composto tra il 31 agosto e il primo settembre scorsi, confermato già nella seduta successiva.
Al momento le quotazioni sembrano essere dirette verso
l’intorno psicologico dei 300 dollari, dove transita la trendline che collega i minimi del 18 marzo e 25 giugno 2020, il livello statico lasciato in eredità dai massimi del 6 luglio 2020 e il 50% del ritracciamento di Fibonacci disegnato dai lows del 18 marzo ai top dell’1 settembre 2020.
A dispetto di tutte le considerazioni negative di natura fondamentale,
la tendenza sul titolo rimane orientata al rialzo e dopo una serie di vendite come quella recente andare a ricercare un rimbalzo potrebbe essere particolarmente interessante, specie considerando che per l’implementazione di strategie short appare quantomeno tardiva.
Operativamente quindi, si potrebbero
valutare strategie di natura long in caso di approdo sull’area di concentrazione di domanda a 290 dollari. In tal caso, lo stop loss sarebbe localizzato a 240 dollari, mentre l’obiettivo a 417 dollari, dove verrebbe effettuato un nuovo test della linea di tendenza menzionata prima.