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L’Italia ha tutti i presupposti per diventare uno snodo cruciale per la produzione e la distribuzione dell’idrogeno tra l’Africa e l’Europa;
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Entro il 2050 l’idrogeno coprirà un quarto del fabbisogno energetico del nostro Paese, facendo aumentare sensibilmente il PIL e l’occupazione;
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Snam ed ENI hanno già avviato processi di transizione green e rivestiranno un ruolo fondamentale nella diffusione dell’idrogeno.
Il processo di decarbonizzazione attraverso l’utilizzo dell’idrogeno rappresenterà una risorsa fondamentale per la crescita dell’Italia, sia dal punto di vista della produzione che dal punto di vista dell’incremento dell’occupazione. Questo è quanto emerso dallo studio H2 Italy 2050 effettuato da The European House – Ambrosetti, con la partecipazione di Snam. Secondo la ricerca, il nostro Paese potrebbe diventare lo snodo cruciale del Mediterraneo per la distribuzione e produzione dell’idrogeno, mettendo in connessione l’Europa e l’Africa.
Durante la presentazione dei risultati dello studio, avvenuta nel corso del Forum Ambrosetti dello scorso weekend, è stato sottolineato come all’inizio di questo secolo il costo dell’idrogeno fosse 40 volte più alto rispetto al petrolio, ma che entro 5 anni il prezzo sarà competitivo. Si stima che entro il 2050, l’idrogeno coprirà quasi il 25% del fabbisogno energetico dell’Italia, contribuendo in modo consistente alla riduzione di emissioni di anidride carbonica.
Per la sua posizione strategica e per la fitta rete del gas, l’Italia ricoprirà un ruolo fondamentale per la diffusione di questo elemento in Africa: ciò potrebbe contribuire a un sensibile aumento del PIL e dei posti di lavoro. In questo contesto due aziende italiane avranno sicuramente un ruolo fondamentale. Snam ha già sviluppato la conversione a idrogeno di una parte della sua rete, mentre ENI sta lavorando alla riconversione verde di alcune sue raffinerie.
Analizziamo ora il quadro tecnico e i livelli operativi di trading dei due colossi energetici italiani quotati a Piazza Affari.
Snam
Dopo il violento sell-off tra fine febbraio e metà marzo 2020, le azioni Snam si sono riportate verso i loro massimi storici, raggiunti quest’anno prima della pandemia Covid-19, senza però toccarli. I prezzi sono stati infatti respinti prima dalla resistenza posta in area 4,753 EUR. Il titolo ha poi fermato la sua discesa in prossimità della media mobile semplice a 200 giorni, da cui sta cercando di risollevarsi. L'analisi del grafico con timeframe giornaliero ha fatto emergere i seguenti livelli chiave per strategie di trading long e short sul titolo:
Long
Ingresso: breakout area 4,6 EUR
Stop loss: al di sotto di area 4,262 EUR
1° Target: area 4,652 EUR 2° target: 4,789 EUR.
Short
Ingresso: breakout area 4,262 EUR
Stop loss: appena al di sopra di 4,6 EUR
1° Target: area 4,133 EUR 2° target: 3,973 EUR
ENI
Dopo il rimbalzo delle quotazioni di metà marzo, le azioni ENI hanno sviluppato una fase laterale ancora in corso. La fuoriscita da questa congestione determinerà con buone probabilità la nascita di un nuovo trend. Di seguito riporto quali sono secondo la mia analisi i livelli importanti per valutare strategie di trading al rialzo o al ribasso.
Long
Ingresso: breakout area 8,425 EUR
Stop loss: al di sotto di area 7,343 EUR
1° Target: area 8,939 EUR 2° target: 9,832 EUR.
Short
Ingresso: breakout area 7,343 EUR
Stop loss: appena al di sopra di 8,425 EUR
1° Target: area 6,988 EUR 2° target: 5,943 EUR