Gli investitori a Wall Street stanno digerendo l'ultima riunione della Federal Reserve, che ha visto un taglio dei tassi di interesse di un quarto di punto percentuale (Riunione Fed: taglio dei tassi e nuova liquidità, è l'Inizio del"QE"?). Questo in attesa dei dati sul mercato del lavoro statunitense di martedì prossimo, che verranno pubblicati in ritardo a causa dello shutdown.
La Fed non ha entusiasmato il mercato, soprattutto perché ha fatto sapere che, in pratica, non toccherà più il costo del denaro fino a giugno, quando sarà presieduta da un nuovo governatore che prenderà il posto di Jerome Powell, in scadenza di mandato. Molto probabilmente il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nominerà Kevin Hassett, attuale Consigliere Economico alla Casa Bianca, molto vicino alle idee del tycoon in tema di politica monetaria (Nuovo presidente Fed: Hassett “ombra” già muove i mercati).
Trump ha più volte fatto pressione affinché la Banca centrale americana fosse più decisa a tenere i tassi bassi. Un capo della Fed molto dovish potrebbe quindi aprire un lungo periodo di accomodamento monetario, che normalmente viaggia a braccetto con il rialzo delle azioni a Wall Street.
Le incertezze tuttavia rimangono e sono di diversa natura, al punto che impongono una certa cautela nel posizionamento degli investitori. Esistono, ad esempio, molti dubbi sul boom dell'intelligenza artificiale, o meglio, sulla sostenibilità delle enormi spese AI che le Big Tech hanno pianificato nei prossimi anni e se alla fine porteranno a maggiori utili e ricavi aziendali. C'è anche parecchia incertezza sul corso dell'economia americana, di fronte al rallentamento del mercato del lavoro, mentre il rischio che l'inflazione rialzi la testa non è affatto tramontato.
Wall Street: gli scenari per il 2026
L'incertezza per il 2026 è quindi tangibile e fare proiezioni sulle azioni lascia inevitabilmente il beneficio del dubbio. Gli analisti di Stifel hanno tracciato due scenari sull'andamento di Wall Street nel prossimo anno: uno rialzista e uno ribassista.
In quello rialzista, gli utili per azione delle società facenti parte dell'indice S&P 500 crescono a doppia cifra bassa, in particolare quelli delle aziende cicliche non tecnologiche. A quel punto, il benchmark potrebbe spingersi fino a circa 7.500 punti, con un guadagno intorno al 9% rispetto alle quotazioni attuali. Tale performance rientra nella media annuale che l'indice ha realizzato negli ultimi 60 anni.
Nello scenario ribassista, la spesa dei consumatori crolla e rende improduttivi gli investimenti sull'AI delle aziende tecnologiche. In tal caso si potrebbe configurare una fase economica recessiva - che gli analisti prevedono con una probabilità del 25% - che spingerebbe l'S&P 500 a 6.500 punti. Stifel avverte che il mercato del lavoro sarà precario nel 2026.
Se la domanda di lavoro cala, emergono debolezze nascoste nel mercato, che finora erano mascherate dal fatto che l’offerta di lavoro cresceva lentamente. In pratica, meno posti disponibili metteranno a nudo fragilità occupazionali e rischi di disoccupazione. In questo contesto, la società consiglia di coprire l’esposizione alle Big Tech con asset difensivi come azioni della sanità, titoli di beni di prima necessità e oro.