Gli investitori attendono il classico rally di Babbo Natale a Wall Street, mentre la Federal Reserve si prepara alla due giorni di riunioni (9-10 dicembre) per decidere sui tassi di interesse e fornire nuove indicazioni di politica monetaria. Gli indici azionari americani si muovono vicino ai massimi storici e una delle ragioni principali è proprio l’aspettativa che la Banca centrale statunitense abbassi il costo del denaro di un quarto di punto nel meeting di dicembre.
Il mercato degli swap attribuisce a questa possibilità una probabilità del 90%, ben superiore al 60% stimato appena un mese fa. È ormai convinzione diffusa che la Fed, dopo i segnali di rallentamento del mercato del lavoro, voglia proteggere l’economia statunitense da una possibile contrazione.
Anche gli economisti si aspettano una Banca centrale dovish: in un sondaggio realizzato da Bloomberg la scorsa settimana, la media degli intervistati prevede altri due tagli da 25 punti base a partire da marzo 2026, oltre a quello atteso per questo mese. Una larga maggioranza ritiene inoltre che i funzionari della Fed ribadiranno che “i rischi al ribasso per l’occupazione sono aumentati negli ultimi mesi”.
Wall Street: quali trappole può nascondere la Fed
Se la Fed sarà particolarmente accomodante, in teoria il rally di fine anno dovrebbe essere quasi scontato. Gli strategist di Bank of America, tuttavia, avvertono che i rialzi potrebbero essere a rischio se l’istituto guidato da Jerome Powell dovesse mostrarsi troppo cauto nei confronti dell’economia. In pratica, se la Banca centrale inviasse segnali eccessivamente accomodanti, potrebbe far pensare che il rallentamento economico sia più grave del previsto, lanciando così un messaggio di preoccupazione ai mercati.
“L’unica cosa che può fermare il rally di Babbo Natale è un taglio troppo dovish della Fed”, ha scritto Michael Hartnett, strategist di BofA. Inoltre, il team della banca statunitense ritiene che l’amministrazione USA interverrà prima che l’inflazione torni a salire e che il tasso di disoccupazione raggiunga il 5%. Alla luce di ciò, gli strategist consigliano di acquistare azioni a media capitalizzazione fino al 2026, puntando sui settori più legati al ciclo economico, come costruttori di case, rivenditori, REIT e trasporti.
Alcuni economisti, invece, sostengono che l’economia statunitense potrebbe non ricevere un forte impulso neppure con una Fed particolarmente accomodante. “Le aziende hanno sospeso le assunzioni non tanto perché i tassi sono alti, ma perché si sono fermate a causa dell’incertezza legata ai dazi e ad altri cambiamenti nella politica economica”, ha affermato Kathy Bostjancic, capo economista di Nationwide Mutual Insurance Co. “Se questa incertezza dovesse persistere, potrebbe ritardare ulteriormente il trasferimento degli effetti dei tagli dei tassi sull’economia”.