La riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) di ieri si è conclusa con una mossa a due facce: un taglio dei tassi atteso, accompagnato da un annuncio tecnico sulla liquidità che ha immediatamente riacceso il dibattito sulla politica monetaria americana. I mercati aprono la sessione odierna all'insegna delle vendite e dell'incertezza. Cosa è successo durante la riunione di ieri?
Riunione Fed: la decisione, un taglio contestato
La Federal Reserve ha abbassato il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo in un intervallo tra il 3,50% e il 3,75%. Tuttavia, la decisione è stata tutt'altro che unanime. La votazione finale (9 a 3) rivela una frattura profonda all'interno della Banca Centrale:
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I Falchi: Austan Goolsbee e Jeffrey Schmid hanno votato contro, preferendo mantenere i tassi invariati a causa di un'inflazione ancora "vischiosa";
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La Colomba: Stephen I. Miran ha dissentito chiedendo un taglio più aggressivo di 50 punti base, preoccupato per il rallentamento del mercato del lavoro.
Questa divisione riflette l'incertezza del momento: l'economia cresce, ma i rischi sono distribuiti in modo asimmetrico tra inflazione e occupazione.
Il "giallo" della liquidità: RMP o QE?
La vera sorpresa non riguarda i tassi, ma l'annuncio delle "Reserve Management Purchases" (RMP). A partire dal 12 dicembre, la Fed inizierà ad acquistare Buoni del Tesoro (T-Bills) per 40 miliardi di dollari al mese.
Ufficialmente, la Fed spiega che non si tratta di stimolo economico (Quantitative Easing), ma di una misura per mantenere le riserve bancarie a livelli "ampi". La mossa è preventiva: serve a costruire un cuscinetto di liquidità per assorbire il drenaggio che avverrà ad aprile, quando i pagamenti delle tasse trasferiranno ingenti somme dalle banche al conto del Tesoro.
Tuttavia, gli operatori di mercato sono scettici. Il pensiero diffuso tra gli investitori sostiene che "Il QE con qualsiasi altro nome è pur sempre inflazione". Iniettare 40 miliardi al mese nel sistema, mentre i mercati azionari sono vicini ai massimi e l'economia tira, viene visto da alcuni come un allentamento delle condizioni finanziarie che potrebbe riaccendere la corsa ai prezzi e favorire asset come l'oro.
Le proiezioni economiche: crescita rivista al rialzo
Le nuove proiezioni economiche (SEP) scaturite dalla riunione Fed di ieri mostrano un'economia americana sorprendentemente resiliente, giustificando la cautela della Fed sui tagli futuri:
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PIL Reale 2026: rivisto drasticamente al rialzo al 2,3% (rispetto all'1,8% previsto a settembre);
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Disoccupazione: prevista stabile al 4,4%-4,5%, leggermente sopra i minimi ma lontana da scenari recessivi;
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Tassi futuri: il "dot plot" mediano suggerisce che lo spazio per ulteriori tagli nel 2026 si sta restringendo (tasso previsto al 3,4%), indicando che il ciclo di allentamento potrebbe essere quasi terminato.
Equilibrio precario
Dalla riunione della Fed di ieri è emersa chiara e semplice incertezza. Jerome Powell è probabilmente su un equilibrio precario: tagliare i tassi per sostenere l'occupazione, mentre inietta liquidità per evitare incidenti bancari in primavera. Ma con una crescita rivista al rialzo e un Comitato diviso, il messaggio ai mercati è chiaro: non aspettatevi che il costo del denaro scenda molto più di così. La Fed ha aperto i rubinetti della liquidità, ma tiene la mano ferma sui tassi (almeno finché non cambierà qualcosa).