In Gran Bretagna il rallentamento economico si trasforma in stagnazione e mette nei guai il Governo Starmer.
I dati macro pubblicati la scorsa settimana erano importanti per comprendere l’andamento della congiuntura britannica durante l’estate e hanno confermato che la politica monetaria restrittiva non ha aiutato in assenza di una politica economica orientata a ridare vigore all’economia. L’attesa è tutta per la presentazione di un piano di bilancio del Governo che promette di essere comunque di sacrificio per gli inglesi visto il crescente peso che il debito pubblico sta assumendo anche Oltre Manica.
I dati di disoccupazione e crescita del PIL nel mese di agosto erano di particolare interesse vista l’importanza che la BoE (Bank of England) rivolge soprattutto alla dinamica occupazionale e salariale.
La disoccupazione è salita al 4,8% ma per fortuna i salari rallentano il passo con una crescita del 4,7%. Peggiora invece il clima di fiducia delle imprese sceso ai livelli più bassi dal 2016 a causa di un forte clima di incertezza provocato dal timore che Londra aumenterà le tasse a cittadini e soprattutto imprese nel corso del 2026. Una manovra di bilancio che blocca per ora ogni decisione della Bank of England sui tassi di interesse, tassi che secondo diversi analisti saranno mossi al ribasso solo nel corso del 2026.
GBP/USD: attenzione al testa e spalla ribassista
L’economia inglese, come detto, conferma lo stallo estivo. Il dato di crescita di agosto ha fatto segnare un incremento di appena lo 0,1% ma il mese di luglio è stato oggetto di revisione con un calo dello 0,1% decisamente negativo.
Se EUR/GBP si mantiene poco sotto 0,87, più interessante è la dinamica di GBP/USD. Il Cable, come viene comunemente chiamato il rapporto di cambio tra sterlina inglese e dollaro americano, sta da tempo abbozzando una potenziale figura di testa e spalla ribassista con l’abbattimento della neck line posizionata a 1,31 che imporrebbe una liquidazione massiccia delle posizioni lunghe di Pound a favore di dollaro americano.

La recente reazione è stata innescata dalle solite minacce di Trump verso una trade war con la Cina che destabilizzerebbe il dollaro e l’intero commercio globale come del resto è accaduto dal Liberation Day di aprile a oggi.
Tecnicamente un superamento di 1,35 sul Cable fornirebbe un segnalo long molto interessante oltre il quale si riproporrebbe un finale di anno all’insegna della lettera per il biglietto verde e con la sterlina che a quel punto potrebbe tranquillamente ambire ai massimi dell’anno.
Per il momento la raccomandazione è quella di mantenere sterline preferendole ai dollari in attesa di segnali tecnici ribassisti più certi.