Sale la tensione al confine tra Russia e Ucraina con gli incidenti nel Donbass che rischiano di infiammare una situazione già di per sé tesa e che Putin non sembra aver intenzione di mitigare. Il riconoscimento dell'indipendenza della regione dall'Ucraina è un atto di forza che ovviamente non va incontro alla diplomazia.
Sui mercati ovviamente continua a tenere banco la volatilità con il rublo che oscilla paurosamente ma non cede. Grazie alla Banca centrale che proattivamente ha alzato ancora i tassi di interesse di 100 punti base, investire nella divisa russa offre oggi all’investitore rendimenti reali positivi.
Questo almeno secondo le attese del mercato, che pronostica un raffreddamento dell’inflazione nei prossimi mesi. I rendimenti reali rimangono così superiori ai 400 punti base sull’investimento in bond russi e questo non può che rappresentare un utile sostegno ai flussi in acquisto della divisa del Paese.
Rublo russo: rischi da esplosione conflitto con Ucraina
La situazione geopolitica rischia però di far saltare il banco. Se le sanzioni, o ancora peggio l’intervento bellico della NATO arriveranno, per la moneta russa la tempesta potrebbe non essere semplice da gestire. Per il momento le casse statali della Nazione stanno in salute godendo di prezzi di gas e petrolio molto alti con una dipendenza energetica europea che soprattutto nei mesi invernali ha invitato alla cautela nelle prese di posizione ufficiali della diplomazia.
Con l’avvento della primavera l’Europa avrà meno remore ad imporre dure sanzioni a Mosca sfruttando il tempo residuo per diversificare le fonti di approvvigionamento. La Bank of Russia ha già alzato ripetutamente i tassi di interesse portandoli al 9,5%.
Probabile un nuovo ritocco verso l'alto nel prossimo meeting visto che le attese di inflazione per l’anno in corso sono salite al 5-6%. Tassi all'11% sarebbero però un livello oltre il quale difficilmente andare. Se il rublo entrasse in una fase discendente l’arma dell'incremento del costo del denaro sarebbe abbastanza spuntata.
La Russia dovrebbe a quel punto ricorrere alle riserve valutarie fortunatamente ben rifornite negli ultimi anni. Il 18 marzo, data della prossima riunione, è ancora lontano e gli eventi bellici potrebbero assumere andamenti inaspettati.
USD/RUB: analisi tecnica e strategie operative
Andando sul cambio USD/RUB cerchiamo di capire quale tipo di evoluzione potrebbe prendere e soprattutto quali livelli monitorare con attenzione. Il trend ascendente cominciato a novembre ha ritrovato nuovo vigore proprio a febbraio.
Il tentativo di rottura del supporto è stato per due volte respinto da un mercato che ora vede la possibilità di formalizzare un doppio minimo riportando le quotazioni in quell’area di 80/81 dove già in diverse occasioni il cambio ha dimostrato di non essere capace di andare.
La volatilità è tanta. Nelle ultime due settimane tra massimo e minimo c’è stato uno scarto di oltre 300 pips. Bene per gli speculatori che possono cercare di sfruttare a loro vantaggio un nervosismo che potrebbe esplodere in caso di conflitto bellico. Una chiusura sopra 78 e poi a 80 potrebbe essere un primo segnale che per il rublo è in arrivo una tempesta.