La curva dei rendimenti inglesi rappresenta uno dei primi segnali che il mercato sta mandando alle Banche centrali occidentali circa l’intensità nel rialzo dei tassi. Curva invertita su tratti intermedi di scadenze ma che, almeno nell’immediato non dovrebbe distogliere l’attenzione della Bank of England da una politica monetaria che per tutto il 2022 sarà impostata al rialzo dei tassi.
Il dato dell’inflazione di gennaio conferma la direzione prevista dalla stessa BoE, ovvero un picco del 7,2% in aprile. Nel primo mese dell’anno i prezzi al consumo sono saliti leggermente al di sopra delle attese del 5,5% con il dato core anch’esso in salita del 4,2%. Gli effetti dei rialzi nei costi energetici e dei salari devono però ancora arrivare e per questo il picco non è alle spalle.
Il mercato si aspetta quindi un rialzo nei tassi di interesse di 25 punti base il 17 marzo, con una probabilità di circa il 50% che addirittura la decisione viri sui 50 punti base. Per il 2022 il mercato incorpora (e quindi anche la sterlina) 150 punti base di rialzo con i tassi di interesse che dovrebbero orientarsi verso il 2% per poi toccare un massimo a 2,25%/2,5% nel 2023.
GBP/CHF: analisi tecnica e livelli trading
GBP/USD ed EUR/GBP sono già stati coperti nelle settimane scorse dalle mie analisi, ma tecnicamente molto interessante mi sembra adesso l’andamento del cross GBP/CHF. La forza del franco svizzero verso euro e dollaro ha indebolito, ma non invertito, una tendenza bullish che dura da marzo 2020.
La correzione cominciata ad aprile 2020 con i massimi di 1,30 ha portato al test dei supporti delle ultime settimane. Un'interessante finestra di ingresso con la ripartenza del pound, apprezzata da chi segue una strategia trend follower.
Nonostante questa tendenza di fondo benigna serve però una prova di forza da parte della sterlina per uscire da questa fase laterale discendente. Uno strappo sopra 1,28/1,30 rilancerebbe con forza la sterlina ponendo il cross in cima alla lista del trade valutario 2022.
Finanziarsi a tassi negativi per sfruttare il carry di rendimento sempre più ampio offerto da Londra potrebbe non essere una cattiva idea. Credo che anche questo cross possa rappresentare un eccellente barometro di quella che è la propensione degli investitori a prendere rischi sul mercato valutario.
Il franco è da sempre un rifugio sicuro nei momenti di difficoltà e negli ultimi anni è sempre stato avvantaggiato da politiche monetarie degli altri paesi in avvicinamento verso il tasso zero (meglio sarebbe dire negativo) della Svizzera.
L’inflazione ha svoltato però adesso in tutto il mondo e le politiche monetarie dovranno inevitabilmente riporre QE e taglio dei tassi nella cassetta degli attrezzi. Scommettere sulle valute del G10 a rendimento più alto potrebbe rappresentare una scelta interessante in chiave tattica e GBP/CHF fa parte di questo club del carry trade.